martedì 31 maggio 2016

Torno a "Torno ad Alexa" per una semplice interpolazione dei dati a fine maggio 2016




Torno ad Alexa

Mi duole il cuore, di certo Alexa a noi cinque presuntuosetti sitaioli racalmutensi ci prova gusto a flagellarci.

Di giorno in giorno ci dirada, ci emargina e facendoci salire nelle scalinate dei suoi rank è come un inesorabile retrocederci.

Incappa tra i primi ad essere collabentato TRS98. I suoi guai societari o che so io si stanno infiltrando deleteriamente anche in codeste bizzarrie di ALEXA. TRS98 era giunto all'apice delle classifiche provinciali.  Nei rank mondiali passa così da 573.497 di una settimana fa agli odierni 591.909
ed ora a 643.587
che equivale ad essere retrocessi di 18.412,

ora retrocessi di51.648. Pare che la cura Giangreco tarda a dare i suoi frutti.

 cifra considerevole e da far preoccupare. Penso che se danno briglia sciolta a quel robusto demonio di Nicolò Giangreco in quattro e quattr'otto riporta tutto in cima. Caro Maurizio fa' qualcosa!

Intanto distaccatissimo TRS98 finisce al quarto posto tra noi cinque racalmutesi.

Gli tolgo la gogna dell'ultimo posto con il mio altalenante CONTRA OMNIA RACALMUTO che da 979.209 negli alexiani rank del mondo finisco a 982.269

ed ora regredisco anco raggiungedndo il 1.023.832

con un perdita secca dei posti di eccellenza di 41.563 punti. Non ho giustificazione alcuna.

3.060 che in qualche modo comunque mi consolo se a confronto delle più gravi perdite dei miei vicini di casa e per l'unica noticina positiva di cui dirò dopo.

In testa, si fa per dire, se la battono in tre.

Sale al primo posto Malgrado Tutto che però passando da 456.747 a 467.350


ora regredisce al 512.462° posto
perde 45.112 punti

10.603 rank mondiali.

Segue Regalpetra Libera che passa da 461.272 a 470.847

ora 511.118

perdendo 40.271

9.575 punti.

Si accoda Archivio e pensamenti, che da 468.213 va a 479.060
ora 522.070
e perde 43.010 punti



  perde10.847 punti nella classifica mondiale,

Ma lasciando l'orbe terraqueo. a limitiamoci alla nostra Italia. La controprova di Alexa riserba qualche sorpresa.

TRS98 in questa speciale classifica passa 23.356 a 26.276

ora 25.358

con un recupero di 918 punti, la seconda nota lieta dopo di me. Insomma almeno in Italia la cura Nicolò Giangrego sta dando i suoi frutti. Auguri Nicolò!!!


peggiorando la sua posizione di 2.920 posti restando murato al quarto posto fra noi.

L'ultimo posto me lo garantisco con contra omnia racalmuto che però, unica nota allegra, passo da 46.861 a 44.997

ora 31.334
migliorando la mia posizione di  13.663, un salto di qualità considerevole.

 2.764 punti. Si vede che la mia astiosa rissa con il grintoso direttore della terra grottesca  mi ha portato bene. Dovrò tornare ad attaccar briga.

Nella triade di testa, il primo posto se lo accaparra Archivio e pensamenti, il che renderà son sicuro felice il nostro prof. Piero Carbone, passando da 17.652 a 18.143:

ora 18. 630 e il blog perde  altri 487 punti.

il che però ha significato un peggioramento di pozione nazionale di  491 punti.

Si piazza secondo Malgrado Tutto che da 17.641 va a  quota 18.574
ora 22.958
che significa un deterioramento di ulteriori 4.384 punti in quindici giorni, una tombola non indifferente.
933 punti-

E terzo Regalpetra libera che passa da18.484 a 19.609
e ora 23.242

con un'altra vistosa perdita di 3.633 punti-
con la più alta perdita nel settore nazionale di ben 1.125. Così il valoroso blogger impara a contrabbandare l'esaltazione di uno sciamannato ex gesuita, finito sul lastrico, dopo l'ottocentesca soppressione di quel tremendo ordine, in gloriosa storia di famiglia più che di paese.

E così vi ho abborracciato una pletora di numeretti. Se ci credete, bene; se no: meglio.

Calogero Taverna-   

postato stasera 1° giugno 2016.
--
Postato da Blogger su Contra Omnia Racalmuto il 5/15/2016 10:29:00 PM
carissimo Giovanni, va da sé che di quello che hai scritto a proposito della "lodevole iniziativa" di Emilio Messana io non ne ne condivido un bel tubo- Ti confesso che non l'avevo manco letto. E' difficile che io legga anche per una questione di vista.
Ho 82 anni compiuti. A te che sei mente fina pongo un paio di quesiti avverso Sciascia e le sue malfamate parrocchie.
Perché non parla della questione degli zolfatai? Perché tace su quell'efferato delitto Tinebra (peraltro suo benefattore) che portava a don Calogero Vizzini? (Altro che congiura dei loquaci del loquace a vanvera Savatteri!).
Perché là irride alla Madonna del Monte (e dopo accusa il modesto ma onesto padre Morreale non più gesuita da mezzo secolo)?
Perché nelle parrocchie non ci dice nulla su fra Diego e poi ne strombazza meriti che ogni normale intelligenza rigetta?
Perché si inventa tutte quelle panzane su Girolamo II del Carretto, sulla sua consorte la Principessa di Ventimiglia e perché pasticcia sugli eredi di Girolamo II del Carretto?
E soprattutto dove mai ha trovato le fonti documentali per scrivere: "l'investitura passava ai marchesi di S. Elia ... fu grande riforma quella dei Sant'Elia fecero centocinquanta anni addietro, divisero il feudo in lotti, stabilirono un censo non gravoso…"?
In base a quale certificato di morte poté scrivere: "passarono i garibaldini da Regalpetra, misero un uomo contro il muro di una chiesa e lo fucilarono ..."?
Non continuo, ma potrei.
Ora dimmi Giovanni: non ti sembra che sprecare una settimana per far fare pubblicità al Corriere della Sera al Circolo Unione con un pizzico di lubricità (le tondeggianti cosce di una tardona) è davvero una “lodevole iniziativa”? O è soltanto un affaruccio persino spregevole?
Ho sempre creduto che la cultura è soprattutto ricerca della VERITA'. e se dixit Plato magis veritas.
E odierò vita natural durante Sciascia che fa a quelle maldicenti parrocchie questa postfazione: "Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese [alias Racalmuto] ….. e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione!".
Contesto!
E in questa settimana gravosa per le esauste casse del Comune del mio borgo natio dovevo avere almeno accesso per difendere l'onore della Racalmuto verace che il F. Emmanuello Maria Catalanotto, per atti pubblicati in Palermo nel1764, riferendo alla sua signora D. Raffaella Maria Gaetani e Buglio, contessa di Racalmuto, così elogiava:
" gentilissima e fedelissima ... assai benigna, Giardinu di biddizzi, e di decoru [che] di li rari virtù porti l'Insigna, di ogni scienza la curuna d'oru: Pri li meiti toi sij stata digna d'aviri di lu Munti un gran tesoru chi ti difendi la bella tua vigna dall'insidij iniqui d'ogni moru.".
Mi dirai carissimo Giovanni che quello si dimostra un agostiniano ruffiano che esagerava e quella sparata finale contro l'accoglienza dei "mori" alias i novelli migranti di fede musulmana non lo rendono molto commestibile,
Però non era racalmutese e se elogiava tanto i nostri concittadini del 'Settecento mi pare più accettabile di uno Sciascia che mostra qui (e peggio in Paese con figure) tanto disprezzo verso la nostra Racalmuto.
E questa deve continuare a svenarsi per esaltarlo e fare incassare alla famiglia ulteriori diritti d'autore che vanno scemando? (conosco bene la faccenda dei diritti di autore ma so che mentre si vietano riedizioni Bardi o pubblicazioni di Fuoco all'anima, poi contro la volontà testamentaria del caro estinto si fa mercemonio delle carte che a ragione Sciascia voleva non si svelassero). Calogero Taverna

Caro Silvano, intanto deciditi a pubblicare il tuo romanzo che se magari non dà la cronaca esatta di Girolamo del Carretto ne illustra il contesto politico sociale civile e persino giudiziario che Sciascia nella Parrocchie pasticciò miserevolmente. Tutti a dire che Sciascia scrisse quel libro "neo realista" come imponeva Lukacs e l'inventato gramscianesimo, mentre era troppo analfabeta per capire di queste cose. Era un divoratore di cose stampate che dal rondismo passa allo stile ipotattico come gli rimproverò Pasolini. Invero Sciascia passava dalla giovanile incoscienza fascista  (basta leggere le cartoline postali inviate a don Piddruzzu ove nell'esaltare le adunate di Trieste spasimava per le prosperose minne di chi non dico). Dalla lettura spasmodica traslò alla scrittura ripiccata e calligrafica. Ma senza  concetto. Un solo intimo tormento: il suicidio del fratello su cui mentì sin sulla soglia della tomba in Fuoco all'Anima. Mi svelò il segreto un cultore di cose solfifere. Pensa alla mia rabbia nel vedere il mio glorioso Circolo Unione prostituirsi per i quattro soldi sborsati dal Corrierone per pubblicità surrettizia. Ho visto il Presidente . che a me ha negato il convegno colto su Messana.- stravaccato sulla mistificata poltrona su cui anche lui sta lasciando una affossatura di abominevole ignavia. Aveva una faccia spiritata (sapeva cosa l'attendeva, cosa l'attenderà); il giornale che gli era stato messo in mano dai due baldi giovincelli ossequiosi ipocritamente, l'aveva lasciato cadere spiegazzato mentre Ovadia e compagni si facevano  fotografare qua e là con quella pubblicità sconcia: mi ha fatto senso. Caro Silvano a te ora il compito di scrivere tu la novella cronaca del Circolo della Discordia. Lascia che i morti seppelliscano i morti. Sciascia è morto, Albertazzi  pure e a noi non ce ne cale nulla.  Calogero Taverna


carissimo Giovanni, va da sé che di quello che hai scritto a proposito della "lodevole iniziativa" di Emilio Messana io non ne ne condivido un bel tubo- Ti confesso che non l'avevo manco letto. E' difficile che io legga anche per una questione di vista.



Ho 82 anni compiuti. A te che sei mente fina pongo un paio di quesiti avverso Sciascia e le sue malfamate parrocchie.



Perché non parla della questione degli zolfatai? Perché tace su quell'efferato delitto Tinebra (peraltro suo benefattore) che portava a don Calogero Vizzini? (Altro che congiura dei loquaci del loquace a vanvera Savatteri!).



Perché là irride alla Madonna del Monte (e dopo accusa il modesto ma onesto padre Morreale non più gesuita da mezzo secolo)?

Perché nelle parrocchie non ci dice nulla su fra Diego e poi ne strombazza meriti che ogni normale intelligenza rigetta?

Perché si inventa tutte quelle panzane su Girolam o II del Carretto, sulla sua consorte la Principessa di Ventimiglia e perché pasticcia sugli eredi di Girolamo II del Carretto?



E soprattutto dove mai ha trovato le fonti documentali per scrivere: "l'investitura passava ai marchesi di S. Elia ... fu grande riforma quella dei Sant'Elia fecero centocinquanta anni addietro, divisero il feudo in lotti, stabilirono un censo non gravoso…"?



In base a quale certificato di morte poté scrivere: "passarono i garibaldini da Regalpetra, misero un uomo contro il muro di una chiesa e lo fucilaronio ..."?



Non continuo, ma potrei.



Ora dimmi Giovanni: non ti sembra che sprecare una settimana per far fare pubblicità al Corriere della Sera al Circolo Unione con un pizzico di lubricità (le tondeggianti cosce di una tardona) è davvero una “lodevole iniziativa”? O è soltanto un affaruccio persino spregevole?

Ho sempre creduto che la cultura è soprattutto ricerca della VERITA'. e se dixit Plato magis veritas.



E odierò vita natural durante Sciascia che fa a quelle maldicenti parrocchie questa postfazione: "Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese [alias Racalmuto] ….. e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione!".



Contesto!



E in questa settimana gravosa per le  esauste casse del Comune del mio borgo natio dovevo avere almeno accesso per difendere l'onore della Racalmuto verace che il F. Emmanuello Maria Catalanotto, per atti pubblicati in Palermo nel1764, riferendo alla sua signora D. Raffaella Maria Gaetani e Buglio, contessa di Racalmuto, così elogiava:



" gentilissima e fedelissima ... assai benigna, Giardinu di biddizzi, e di decoru [che] di li rari virtù porti l'Insigna, di ogni scienza la curuna d'oru: Pri li meiti toi sij stata digna d'aviri di lu Munti un gran tesoru chi ti difendi la bella tua vigna dall'insidij iniqui d'ogni moru.".



Mi dirai carissimo Giovanni che quello si dimostra  un agostiniano ruffiano che esagerava e quella sparata finale contro l'accoglienza dei "mori" alias i novelli migranti di fede musulmana non lo rendono molto commestibile,



Però non era racalmutese e se elogiava tanto i nostri concittadini del 'Settecento mi pare più accettabile di uno Sciascia che mostra qui (e peggio in Paese con figure) tanto disprezzo verso la nostra Racalmuto.



E questa deve continuare a svenarsi per esaltarlo e fare incassare alla famiglia ulteriori diritti d'autore che vanno scemando? (conosco bene la faccenda dei diritti di autore ma so che mentre  si vietano riedizioni Bardi o pubblicazioni di Fuoco all'anima,  poi contro la volontà testamentaria del caro estinto si fa mercemonio delle carte che a ragione Sciascia voleva non si svelassero). Calogero Taverna

lunedì 30 maggio 2016

Nei ponderosi annali della Compagnia di Gesù dell'autorevole padre Alessio NARBONE S.J. la nostra Racalmuto vi ha accesso (ai punti 9-15 del 1816). Torna agli onori della cronaca il glorioso convento di San Giuliano. Sarebbe quello dove avrebbe fatto i suoi primi studi fra Diego La Matina. Ma si sa. credo di avere trovato documenti in Matrice che dimostrano che il La Matina, il diacono giustiziato a Palermo nel XVII secolo, sarà stato tutto ma non racalmutese, almeno non quello dell'atto di battesimo accreditato dallo Sciascia. Per il Narbone nel 1816 a RACALMUTO "si avea un antico convento di Agostiniani, sotto il titolo di S, Giuliano, abolito di già e pressoché demolito". Giunsero dei gesuiti che lo presero per "restaurarlo". Fervida la generosità dei racalmutesi: "chi diede per la fabbrica un'intera proviggione di calce e di gesso". Ma notevole la "generosità dell'abate CALOGERO SALVO CAMPANELLA  che prese per sè l'assunto di rendere quella Casa non solo abitabile, ma per quanto il luogo lo comportava magnifica".
E il padre NARBONE si dilunga nel punto sub 12) a magnificare questo "insigne benefattore". Insomma vi si voleva in quel diruto convento istituirvi una scuola superiore affidata ai gesuiti per i virgulti di questa nuova borghesia, i c.d. galantuomini, che già i proventi minerari facevano sorgere dalle viscere della terra magari a danno della prospera agricoltura come succederà a Gibillini o a li Pantaneddi.
Ispiratore e soprattutto artefice il Vicario Nicolò Tulumello, questo ardito campiere che riuscì a dare un titolo nobiliare alla propria famiglia che noi sappiamo provenire da una fortunata attività pastorizia, come dire che erano pecorari.
Citato un Macaluso, un provicario Carmelo Troisi ed altri personaggi che mi riprometto di meglio scandagliare, così come per gli accenni agli sviluppi della storia araldica della nostra CONTEA, e alle migliorie alla agricoltura locale dei terreni lomitrofi. Intanto riporto qui le riproduzioni delle pagine del Narbone sperando di provocare nuovi interessi storici nella rampante giovane intellighenzia racalmutese che tutt'ora abbonda.

domenica 29 maggio 2016

Parce sepulto

foto di Emilio Messana.

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Lillo Taverna Almeno qualcosa di tondeggiante, insinuante, ammiccante, invitante, promettente, indecente in nome del casto Leonardo Sciascia si sbircia al senescentissimo Circolo Unione ove di parrocchiale sono rimaste quelle affossature in poltrona dei defunti gentiluonini in eterna accidia. Non vedo nelle foto i vuoti elenchi dei soci. Sarà stata pudicizia, sarà stata astuzia pubblicitaria. Avranno lasciato qualche obolo?
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Lillo Taverna Il teatral Sciascia ci fa rendere o ci fa spendere?

Si sa cosa avviene in ogni famiglia, in un giorno che per varie ragioni si resta a casa l'uomo di casa si mette a sistemare annettare pulire gli anfratti più reconditi. Mio fratello, Angelo Taverna ingegnere e preside di scuola nella vecchia casa di famiglia della moglie, che tutto fa pensare essere stata quella del canonico Mantione - sale in soffitta, trova cataste di vecchi giornali, vecchie carte, tanti fascicoli giudiziari (il suocero era stato solerte archivista giudiziario) e tantissimi ammuffiti libri libretti  riviste- Ne vuol fare una insaccata e mandare tutto al macero. La moglie si oppone. Mia fratello si mette a sistemare, secernere, assestare- Si trona un libretto molto malandato, stampato a Palermo un paio di secoli prima. E' il dramma sacro del 1764 del padre agostiniano F. Emmanuello Catalanotto. Il Pitrè lo cercò questo dramma sacro che precedeva quello del francescano Caruselli. Non lo trovò. Mio fratello lo trovò. Lo studiammo insieme. Salta tutta la storia o la leggenda o la fola paesana della Venuta di la Beddra Matri di lu Munti. Il Carbone ha da ridimensionarmi quanto vuole, può attaccarsi al mio essere contra per principio, a pretendere di smontare la mia 'bolla critica'- Mi dispiace: tutte le loro fantasie poetiche vengono smontate storicamente da questo libretto di 30 pagine del padre agostiniano Emmanuello CATALANOTTO. La verità fa male e non la vogliono riconoscere? Mi dispiace per loro: carta canta e villan dorme.

Il testo del Catalanotto va ovviamente ben al di là della rapina intellettuale del Picone, che regala all'Ing. Cutaia Angelo ciò che è merito dell'ing. Taverna Angelo.

Vi propino la dedica del frate alla nobile Buglio. La scannerizzazione che ne ho fatta è inguardabile, così non si ripete il furto con copia dell'altra volta, quanto alle coroncine del Catalanotto. Avrò modo di pubblicare dopo anche i sonetti e per giunta le strane "coronelle" del libretto del detto frate agostiniano.





___________________

S I G N O R A

Sapendo molto molto bene quanto sia grande e fervorosa la divozione ver della Regina del Cielo, e della Terra MARIA sotto il prodigiosissimo titolo del Monte Protettrice, ed Avvocata della sua gentilissima e fedelissima di Racalmuto, m'ò fatto animo d'offerire a lei questa mia picciolissima fatica in onore di detta signora del Monte. E perché oggi giorno si trovano diversi palati, e per conseguenza diversi sono i gusti, che da' libri si cavano, soggiacendo i poveri  Scrittori ad esser censurati, io, che non ho merto alcuno, per ripararmi da ogni sinistro incontr o  ò stimato bene  porla sotto  il di lei bellissimo nome di D. RAFFAELLA MARIA GAETANI e BUGLIO, Duchessa di Racalmuto e così avere il presente libretto, tutto il lustro, e sotto gli auspici del suo nome resteranno mute tutte quelle lingue , volessero censurarlo. Gradisca in tanto Ella con la sua benignità , e gentilezza col libro il cuore assieme di chi si dichiara


Umiliss/mo e obbligatiss/mo Servo
F. Emmanuello Maria Catalanotto.
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Calogero Taverna

Oggi domenica di maggio, l'ultima domenica di questo maggio 2016-. Lascio Villa Merycal e mi porto a cinque chilometri da Racalmuto, al Ferraro, da mio fratello Angelo. Dopo verrà anche Giacomo: tre su cinque dei magnifici fratelli Taverna insieme fraternamente tutti e tre felicemente sposati- Vecchie famiglie, quelle di una volta. Oggi certo superate ma noi ci stiamo tanto bene nelle nostre tradizionali convenzioni. Ci hanno consentito di vivere se non felici certo soddisfatti di noi stessi, di non avere mai subito neppure comunicazioni giudiziarie, di avere avuto a che fare con la Giustizia solo per qualche multa per sosta non consentita.
(Mi accorgo di avere mentito: in effetti ho salito le scale di vari tribunali penali, da Livorno a Napoli, a  Milano, a Campobasso per confermare i miei affossanti rapporti ispettivi). 
Quindi nel tardo pomeriggio una lunga passeggiata, tutti e tre i fratelli con bastoni di fortuna diciamo per difesa dai cani randagi, in effetti per appoggiarcisi dato che le nostre ossa non di gente oltre i 70 anni. Col mio cellulare voglio soltanto testimoniare che quelli che taluni chiamano vastuna di san Gniseppi ed altri di San Caloiro sono fioriti.












Lillo Taverna ad una mia vecchia amica ora vecchia nemica e da poche ore mia novella amica virtuale vorrei dire con la mia schiettezza di stravecchio borbottone: se non si ha grande cultura non si arriverà mai a grande scrittura, grande pittura, grande musica, neppure grande opera lirica (quando penso ai due grandi tenori di Racalmuto mi sorge un dubbio)- Raggiungere stadi eccelsi di cultura non significa produrre grande scrittura, pittura, musica. In ogni caso un uomo colto non dirà mai idiozie. L'incolto potrà avere tutto l'estro del mondo ma non andrà oltre la masturbazione mentale.
Tra qualche giorno torno a Roma. Incontriamoci e vediamo insieme se si può far qualcosa. Se troviamo qualche onorevole che sposi la causa dell'AS 1 permanente (che supera il caso inammissibile di Alfredo Sole), se no vediamo se Radio Radicale vuol sensibilizzare l'opinione pubblica, se i Radicali ci sostengano in un motivato esposto alla procura della  Repubblica. Io chiamerei in causa il Ministero degli Interni e lo stesso Ministro Alfano in Persona. Un esposto al CSM contro l'Antimafia di Palermo per l'operato di quel giudice che apodiccamente ribadisce la pericolosità di Sole dopo un quarto di secolo.

In questo caso qui si scontrano due ordinamenti sovrani: quello nazionale e quello internazionale. Quello internazionale si sa: è un'araba fenice. Vale nel mondo tutto sommato la teorica nazista, cinica ma realista, di Karl Schimt: amicus hostis. Se sei amico tutto ti è permesso se sei nemico tutto ti è vietato- Nel caso indiano siamo stati noi italiani a fare gli indiani. Là per il principio dello jus fori i due marines italiani strabenvestiti, strapagati e in vena di bravate omicide sarebbero stati già belli e giudicati condannati e giustiziati, come si meritano, Tutte le furberie italiche, le pretestuosità italiane sarebbero state men che meno. Il corso della locale giustizia non lo distraeva nessuno. Ma l'Italia, settima potenza del mondo, si è attaccata al diritto internazionale e ha impedito il normale corso della giustizia indiana. Siamo stati furbi e potenti. Quando i marines americani hanno tranciato una funivia e hanno ucciso non so quanti cittadini italiani come abbiamo gridato allorché la potenza economica n. 1 si è preso i suoi criminali militari se li è portati in America per un processo assolutorio burletta. Oggi fascisticamente siamo noi a potere fare gli americani contro i macilenti indiani. Transeat, ma vivaddio farne degli eroi di guerra e mandare ministre bruttarelle ad abbracciare il baldo assassino (sia pure in dilatoria attesa di giudizio) a me fa molta specie- Quanto alle truculenze pandettistiche che leggo sopra e sotto, per le mie competenze universitarie, la voglia di  sberleffi è irresistibile. Contra factum non valet argumentum e il fatto indubitabile è che due poveri pescatori uccisi da marines esteri attendono ancora giustizia. Se non si è fascisti questa cosa turba assai- Caro Vittorio, a me importa poco aver vinta o persa la partita. Se però insalutato ospite entrando a piedi giunti qualcuno  mi  accusa di "sbagliare grossolanamente", il dargli del fascista (Mussolini aveva sempre ragione) mi viene spontaneo. Calogero Taverna)  

C. Taverna
Frequenta Generale Macaluso, Racalmuto; Pirandello Agrigento; Università Palermo
Vive qui: Roma
16 follower|900.103 visualizzazioni
In questa domenica 29 maggio 2016 il mio sgangherato blog CONTRA OMNIA RACALMUTO raggiunge e supera l'agognato traguardo di novecentomila visitazioni, sparse in mezzo mondo. Che m'importa se ALEXA mi scaraventa sempre più su nei suoi RANK per farmi sprofondare sempre più giù limitando la sua statistica ai soli dati nazionali? Il mio è un blog blasfemo sicuramente non convenzionale mal dattiloscritto e per niente calligrafico. Eppure vengo seguito ed anche letto, con rabbia dei potenti comunali racalmutesi e degli altri potenti dislocati persino nel tremendo e suscettibile carcere di OPERA ove un reuccio che nega alla redenta famiglia di Alfredo Sole di assistere alla sua filosofica laurea scarica sull'afflitto Alfredo l'ira per le mie invettive qui ed epistolari irriguardosamente a lui rivolte. Altro che reuccio per me: trattasi di un burocrate senza cultura mandato da Alfano a fare il negriero su pentiti inchiodati da un quarto di secolo ad una allucinante sigla AS 1, graziosamente tradotto da Sofri Veronesi Savatteri Camilleri e DELLA VEDOVA in un termine del preziosismo letterario: OSTATIVITA'.
Calogero Taverna

Lillo Taverna ha condiviso la sua foto.
Lillo Taverna con Maria Pia Calapà.
Se un albero no un arbusto quaggiù, una luna no il sole lassù e la farfalla argentea aurea e nera lascia nella mano prensile dell'uomo neghittoso e vacuo la sua... policroma polvere, se dopo la farfalla vola cosa rimane all'attonito bipide? Il fastidio ello spolverio. Sensi reconditi? Nessuno e tanti. Svolazzo di una fantasia nata tra il Monte e la Piazzetta, in una Racalmuto ancora sgomenta per una guerra insana ma appena trascorsa. Poesia o vacuo artificio "rondista"? Vi è la farfalla ma è ancora quasi crisalide. Possiamo citare Sciascia? pare di no per un maledetto imbroglio di laica simonia. Ma AGATO BRUNO ignora, si ispira e dipinge. Per la nostra delizia, questo è sicuro.
Lillo Taverna
Torna il poeta dall’onirica malinconia Calogero RESTIVO da Racalmuto per un secondo racconto, leggero, rievocativo, distaccato nella scrittura, immerso e sommerso nell’animo. Anni lontani, memorie agresti, la mucca Severina e il padre distolto dalla terra, dai campi dal piccolo re per una guerra che si apre e si chiude senza un senso, fuori dalla ragione umana. La fine di una guerra e una mano sulla spalla, e un grido fallace di vittoria quando si era perso. Ma il piccolo re sembrò aver vinto per la sua corsa tra i suoi “cugini re”.

Qui tanto olezzo di una elegante semplicità, di uno scrivere levigato, dalla sagace paratassi. E svetta anche nel narrare il poeta delle cose umili Calogero Restivo da Racalmuto
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La ballata del piccolo re. Raccontino (non tanto) fantastico

DI CALOGERO RESTIVO
PUBBLICATO IN: 2013, MARZO, N. 59/53 NUOVA SERIE, NARRATIVA, SALA GIORGIO MANGANELLI
Mio padre non era un re ma viveva da re nel suo piccolo regno: una piccola casa, un piccolo campo, un piccolo orto. Le nubi, prima di urtare le grandi torri e sfrangersi contro i merli del vecchio castello, lasciavano cadere una pioggia sottile bastevole per assicurare buoni raccolti.
Un giorno, che era seduto sull’aia a riposare, venne un re vero. Era un re piccolo piccolo che sembrava un bambino. Arrivò su una carrozza d’oro, e pennacchi colorati avevano i cavalli.
Si avvicinò a mio padre, lo prese per un braccio come si fa con gli amici “Sono stanco del viaggio” disse sedendosi e continuò “un vicino cattivo non ci vuole restituire questa terra nostra” e la indicò con il dito sulla carta “ Una terra dove abitano nostri fratelli.
Ci dobbiamo armare e fare la guerra, che quello” e con la mano indicava vagamente in alto “ci restituisca il nostro”. Mio padre lasciò i campi che erano già pronti per la semina, salutò la mucca Severina, al cane raccomandò di occuparsi di questo e di quello e andò via.
Andò per terra e per mare, per giorni e giorni andò finché non giunse dove le montagne avevano cime che si facevano cielo. Restò a bocca aperta a guardare.
Il re piccolo venne “Vedi” ed indicò lontano oltre le montagne “sta là il nemico” disse e andò via. Mio padre si mise a guardia e il nemico venne, avanzò fin dentro le case e fu allora che incominciò a sparare perché il nemico era il lupo che aggredisce le pecore fin dentro gli ovili. Avanzavano, quei soldati, incuranti del pericolo e certi della vittoria, ma quando si accorsero che quella cosa nera in mezzo alla neve non la smetteva di sparare e di seminare morte, si fermarono, fecero dietro front e incominciarono a correre per salvare la pelle.
Quando del nemico non si vedeva più nemmeno la polvere che si lasciava dietro fuggendo, venne il piccolo re e a mio padre che stava a terra sanguinante disse:
“E’ tutto finito… puoi tornare a casa tua, ora”. Gli batté la mano sulla spalla, come si fa con gli amici, salì in carrozza e partì. La gente gridava: “Viva il re, evviva…” perché avevamo vinto e il re correva a sedersi al tavolo della pace con i suoi cugini re.

sabato 28 maggio 2016

Ma che cazzo d'Italia è divenuta mai questa? Si fiocinano due innocui pescatori uccidendoli  e si diventa eroi nazionali! Si è resa conto quella ministra che è corsa ad abbracciare un assassino. Forse perché si tratta di due poveri indiani non sono importanti?

A te sembra un giochetto venire incastrati nell'  AS 1 e non passare manco all'AS2- Per me la questione Sole è molto angosciante, Credi tu davvero che sono state le tue lettere piagnone a spingere quel tuo amico capitano  non so chi fosse e la signorina saccente e stronza a sboccare dopo dieci giorni la corrispondenza INNOCUA di Sole? No, bella, Sono state le mie insolenze e scritte e recapitate a quel Direttore del Carcere Opera. E la dovranno pagare. Cavolo. Siamo in uno stato di diritto ancora. Sentirmi dire in PUBBLICO che le mie lotte a favore di Alfredo sole sono "menate" è imperdonabile.  Sono giudizi che vanificano l'efficacia delle mie battaglie.

Il Carbone di Racalmuto nel suo eterno dannarsi per dimostrare che ciò che  di buono avviene a Racalmuto quanto a cultura e storia è merito suo, INVOLONTARIAMENTE e a suo discredito finisce per testimoniare a mio favore che già avevo smantellato tutta la fola sulla Madonna del Monte di derivazione Caruselliana.

Dunque nel 2003 avevo ridimensionato codesto querulo frate francescano- In quell'anno la cricca Savatteri - Picone - Cutaia - Nalbone sgraffignano chissà quanti fondi e stampano "una Madonna venuta da lontano";  confezionano una antologia che voleva essere esaustiva su quella frottola della Venuta di la Beddra Matri di lu Munti. Invero pretermisero il Carbone che ancor oggi ne va facendo un casus belli, Naturalmente il sottoscritto che aveva licenziato nel 1999 La Signoria Racalmutese dei Del Carretto, ove aveva scritto cose molto intrgiganti su questa fola paesana  (vedi ad es. pag. 49 e segg.) viene del tutto ignorato-
Dominava il Savatteri e questi a tutto concedermi mi fa autore di una polemica controstoria-
Era comunque successo che mio fratello l'ing. Angelo Taverna, rovistando tra libri accatastati nel soffitto della casa della moglie la quale pare appenuta al canonico Mantione trova un libricino di trenta pagine stampato a Palermo nel 1764 (ovviamente scritto molto tempo prima) ove si parla della nostra "Maria Vergine".
Finito il libretto in mie mani ne faccio una esegesi critica e storica e là la versione caroselliana integrata dai versi filomeneghini del Carbone salta tutta per aria.
Il Carbone inviperito per l'esclusione dall'affare del 2003 ne viene a conoscenza per averne io fatto un post in un mio blog di cui avevo perso la memoria.
Ambiguamente dà delle sciabolate alla cricca di Malgrado Tutto ma per il suo tornaconto  rabbercia e ridimensiona il succo della mia ricerca storica come potete constatare voi stessi scorrendo la fotocopia che vi ripropongo.

Il Carbone che mi mette in risalto quando gli posso essere utile nella sua eterna lotta contro Malgrado Tutto poi tende a ridimensionarmi ignorandomi ed evitando ogni apprezzamento storico e figurarsi letterario in relazione ad ogni mio scritto o post. 
Così vanno le cose a Racalmuto. Caro Pio Martorana, e tu davvero sei convinto che il protervo e supponente intellettuale a Racalmuto  sono io?
Calogero Taverna

Le frottole di Sciascia

Le frottole di Sciascia


Nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO, questo mio post su Petrotto ha avuto un successo strabiliante. Che significa? Intanto ho preso un diploma di riconoscimento dei miei meriti storici firmato proprio dal prof. Salvatore Petrotto e l'ho messo in bella mostra nella mia Villa Merycal. L'ho invito a istituire sin d'ora una lista elettorale per rinnovargli la carica sindacale di Racalmuto e lo prego di mettermici come suo candidato a consigliere comunale. Calogero Taverna   mercoledì 25 maggio 2016


Totò Petrotto nel Comitato promotore regionale di Sinistra Italiana
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Si è costituito anche in Sicilia, nel corso di una riunione ad Enna, il comitato promotore regionale di Sinistra Italiana. Ai siciliani che già partecipano al comitato promotore nazionale, i senatori Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Corradino Mineo, il deputato Erasmo Palazzotto e Luca Canarini, si sono aggiunti anche Ottavio Navarra, Raffaele Gentile e Ludovica Ioppolo. Del comitato promotore regionale, che lavorerà in Sicilia fino al congresso nazionale del nuovo partito che si svolgerà a dicembre, è parte anche l’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, in rappresentanza del territorio agrigentino, e che afferma : “Si tratta di dare un nuovo strumento di lotta offerto a tutti coloro che subiscono ogni giorno la violenza di un neoliberismo che produce disuguaglianza ed esclusione sociale”. (25.05.2016)
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