domenica 9 ottobre 2016

visto che ancora faccio parte del gruppo, atteso che cerco di capire da sessant'anni chi son Siculi, chi Sicani o magari chi Elimi, dato peraltro che quasi un secolo fa son nato in Monti che si denominano SICANI (e non certo Siculi), qualche sghignazzo mi sia permesso verso chi magari ignaro di che cosa fu la Via Caecilia di Dionigi di Alicarnasso avrebbe voglia di contestarmi.
Di grazia, son sicuro che nei Monti Sicani le tombe cosiddette sicane per studi seri scientifici e incontrovertibili del prof. La Rosa, un tempo docente all'unversità di Catania ed ora apprezzato archeologo di taglio mondiale non so in quale isola ellenica, risalgono ad oltre 7/8 mila anni additero (before).
Dopo decenni di ricerche, scavi stratigrafici ed anche rinvenimenti fortuiti dovuti a grandi smottamenti in quel di Serra del Palco in S. Angelo Muxaro (anche se io preferisco Milena) codesto grande scienziato archeollogo usando misurazioini atomiche con tecniche che dicono 'ternoluminescenza' ( e non più il malconcio carbonio 14) ha inoppiugnabilmente dimostrato che la Sicilia era abatata da un popolo autoctono che inumava i suoi morti prima nelle tombe a forno o a grotticelle ( quando ancora non molto prolifici) e poi nelle tombe a Tholos. appena si sono biblicamente moltiplicati.
E tanto molto prima che i vari Filisto o con il massimo rispetto il Tucidide della guerra del pleponneso omagari Strabone con quel simpaticio dire che i SICANI tra Enna e il fiume del sale che sfocia ad Eraclea Minoa avessero come terzo cibo lo zafferano (invero parla di crokus).
La favoletta quindi di Dionigi di Alicarnasso, che si avvale delle erudizioni di Terenzio Varrone, secondo cui potenti popoli pelasgici capaci di mura pelasgiche o ciclopiche o come ora di moda poligonali, radunassero in maggio i loro baldi e forzuti giovani nelle terre dove sto a desso, dopo dette del cicolano da EQUI, per scacciare gli imbelli SICULI, è graziosa assai.
E così i quei SICULI sarebbero finiti ramenghi e macilenti nella Piana di Catania. Ma. qui, d'improvviso eccoli feroci guerrieri disperdere gli esili SICANI, finiti attorno al XVIII seecolo a, C. dalle mie part, come dire nei Monti Sicani.
Favoletta certo ma in fin dei contti molto più affascinante delle scervellate congetture di chi vuol erudirci sui popoli di Sicilia aggrappandosi con dilettantesca supponenza a certi toponomi o vacue denominazione iniziando magari dalla via Caecilia.
Calogero Taverna

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