lunedì 22 maggio 2017

Vedo che responsabilmente si agita qui l'importante questione della polizza sanitaria. Ho intravisto nel gruppo Cottini, prima che mi cacciassero via, che la CGIL avanza una sua proposta. A dire il vero è questione che non ho mai affrontato e quindi mi dichiaro del tutto 'impreparato' da zero nel registro dei sapienti tuttoso. Mi hanno impressionato due sole cifre: 82 e 85. Come dire giunti ad ottantadue anni di età addio - mi pare - polizza sanitaria. Io ce ne ho già 83 e quindi sono fuori assistenza. Le Assicurazioni, tutte quante, mi espurgono. finito erratico nelle loro statistiche riserve matematiche. Per 85 leggere: barriera per i 'grandi rischi'. Fra due anni allorché è presumibile che il 'grande rischio' sia dietro l'angolo io me la sogno l'assistenza sanitaria BI. Ricordo che appena entrato in BI uno dei massimi vantaggi era quello del 'tutto pagato' se incappavo in qualsiasi sorta di malanni sanitari. Ora sto con la Caspie, pago 2.946 euro l'anno e da tre anni non chiedo un euro di rimborso. Mi pare di aver letto che pur avendo superato l'ottantesimo anno di atà mi mantengono l'assicurazione pur sempre più striminzita ma solo per quest'anno, insomma mi accordano ancora il privilegio di estorcermi altri 2.946 euro. Sono dissennato ma certo non imbecille ed ecco perché incominio a fare un pensiero sulla doverosa polizza sanitaria della mia BANCA D'ITALIA. La sempre più deludente CGIL mi pare che non avverte neppure il problema assicurativo sanitario di noi supervecchi che fortunatamente abbondiamo tra i pensionati BI. Gli altri sindacati non mi pare che brillino di grande avvedutezza in proposito. Un grande scrittore veneto mi ha proposto di caldeggiare una polizza sanitaria made SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA. Magari! ho risposto. Ma c'è un ma: chi pagherebbe? Parlano di costi della politica e nessuno dice un'acca su questo sconcio immorale e deprimente della ASIS - Assistenza sanitaria per i Senatori - REGOLAMENTO. DISCIPLINARE di attuazione tariffario delle prestazioni sanitarie --- maggio 2.015-
Io ottantetrenne Calogero Taverna, pensionato della Banca d'Italia.

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Lillo Taverna Naturalmente dovrà seguire una seconda ancor più lunga parte. Quella costruttiva, propositiva. Ma prima devo saggiare le reazioni.

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Gabriele Marcelli Se chi non ha bisogno di assistenza sanitaria si decidesse a rinunciare al contributo economico, optando obbligatoriamente per la copertura sanitaria, sarebbe più facile chiedere alle compagnie una copertura vita natural durante.
Finché si può rinunci...Altro...

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Maurizio Marini L'origine e la conseguente natura del Contributo sanitario è un pò più complessa, ma la trovi nei post dell'ultima settimana. Molti di coloro i quali monetizzano il costo della Polizza non scelsero ma furono costretti da almeno un paio di situazioni allora contingenti.

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Chiara Sgro Gabriele, da quest'orecchio i colleghi pensionati non ci sentono...

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Alberto Mazziotti Di Celso Il problema non è la sordità il problema è che c'è qualcuno che parla senza cognizione di causa.

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Gabriele Marcelli Beh allora spiegate le vostre ragioni, noi ci si prova.
Di là l'unica replica che otteniamo è "lo avrete pure voi in futuro".
A parte che del doman non v'è certezza, come disse un grande statista e poeta part time, io continuo a non capire cosa ci sarebbe di male ad assicurare tutti i pensionati a condizioni migliori di oggi o, quantomeno, a richiedere che il contributo venisse erogato solo a fronte di prestazioni mediche/sanitarie (e.g. un'altra assicurazione).

Ne guadagnerebbero tutti quelli che necessitano di assicurazione sanitaria, che poi è la motivazione per cui si dovrebbe dare il contributo, dato che abbasseremmo il rischio complessivo della compagine assicurata, rendendo più appetibile il contratto all'assicuratore.
Invece sembra che dei colleghi (pensionati e non) che hanno necessità di assicurazione non importi a nessuno, basta che non si tocchino quei soldi. Mah. Discutibile.

Ognuno la pensa come vuole intendiamoci, però invece di dire che parliamo senza cognizione di causa sarebbe utile spiegarsi. E ricordarsi, nella spiegazione, che siamo nel 2017 e non nel 1997: i tempio cambiano.

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Daniela RosaLinda Rami Alberto forse Maurizio che è persona paziente dovrebbe ripetere e rispiegare la motivazione del contributo che cmq in un futuro potrebbe essere usufruito dai nostri giovani e "preparati" colleghi

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Gabriele Marcelli Daniela RosaLinda Rami Signora, NON vogliamo sapere perché è stato inserito allora: vorremo sapere perché dobbiamo continuare a mantenerlo adesso, che le condizioni sono mutate e molto.
Altrimenti sono sicuro che c'erano ottime motivazioni per mandare le persone in pensione con 19 anni, sei mesi ed un giorno, e vorrei poterne usufruire pure io.

E caspita, non chiediamo la luna, solo che si capisca che gli anni ottanta sono finiti. PER TUTTI PERO'.

Daniela RosaLinda Rami Carissimo ricordi lei lavora cmq in Banca d Italia

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Andrea Passaretti Gabriele Marcelli non serve, è inutile. Una generazione non capisce come sia cambiato il mondo, pensa che possa continuare a chiedere solidarietà unidirezionale e pretendere che si stia anche zitti.

L'unico modo è spazzare via (in senso democratico) coloro che oggi firmano e votano per questi scempi. Finchè i nostri preparati colleghi continueranno a dormire in cambio di nonsonemmenoiocosaenemmenovogliosaperlo saremo la minoranza da spremere.

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Alberto Mazziotti Di Celso I motivi per cui i pensionati vogliono il contributo sono stati spiegati ampiamente nei giorni scorsi come ha detto Daniela ma probabilmente non tutti li hanno compresi talvolta viene in aiuto il detto latino: "Ad impossibilia nemo tenetur".

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Alessandro Di Vito Le spiegazioni delle settimane scorse sono sempre state un'agiografia dell'operato dei sindacati negli anni passati, senza però mai dare una risposta precisa e puntuale...

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Andrea Passaretti Alberto Mazziotti Di Celso comprendere un motivo non vuol dire accettarne le conseguenze.

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Gabriele Marcelli Et contra negantem principia non est disputandum. Sbaglio io a rispondere, infatti.
Anche perché pensavo di aver chiarito che non ce l'ho con nessuno, né in pensione né in servizio, ma penso sinceramente che l'adesione universale sarebbe meglio anche per i pensionati che dell'assistenza sanitaria hanno davvero necessità. Poi possiamo pensarla diversamente, però da qui a trattarci con condiscendenza come chi è troppo testa di legno per capire ce ne corre.
Cordialmente, eviterò di proseguire perché capisco che non c'è interesse a discuterne serenamente 😊

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Lillo Taverna Mi perdonino questi cari miei colleghi; con questi loro codicilli sviano troppo dalle questioni che cerco di rappresentare con la mia nota. Avevo già redatta una lunga contestazione. Una interruzione mi ha fatto snanire il mio post. In sintesi affermo e sostengo: a) il male da combattere in queste nostre polizze sanitarie è il ricorso alle Assicurazioni, di qualsiasi specie. Sono passaggi parassitari e dissipatori. b) soprattutto disastrosi per noi ultraottuagenari. c) La Banca d'Italia ha l'obbligo morale di istituire nel suo seno una sorta di cassa saniataria che assicuri esausitiva assistenza a tutti i suoi dipendenti nonché pensionati (anche quelli indiretti). d) senza sciommiotare l'indecente Assistenza Saniitaria integrativa del Senato, recepire almeno le scelte tecnico-finanziarie adeguandole alle nostre peculiarità. e) sorge certo il problema delle risorse finanziarie: queste andrebbero innanzitutto coperte con onesti nostri contributi , ma soprattutto con sostegno mutualistico della CSR e con la residua copertura della stessa Banca d'Italia. f) detto così sembrano miraggi senescenti ma se vi fossero seindacati seri, competenti e pretesi al bene comune sarebbero vie non solo praticabili ma addirittura doverose, g) Ovvio nessuna mia fiducia agli attuali sindacati: Cottini mi caccia via perché non ossequiente agli inciuci del momento, la SIBC in polemica con i colleghi considera 'scandalosa una polizza' sol perché non piegata alle esigenze congressuali, la triplice ridotta ormai a manco un migliaio di aderenti, in gran parte collabenti pensionati come il sottoscritto. Spero in dio.

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