martedì 16 maggio 2017

L'innocente #romanzo#

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L'innocente
D'Annunzio 4.jpg
Gabriele D'Annunzio
AutoreGabriele D'Annunzio
1ª ed. originale1892
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano
ProtagonistiTullio Hermil
Coprotagonistiil figlioletto di Tullio (l'innocente)
Altri personaggiGiuliana, Filippo Arborio
L'innocente è un romanzo scritto da Gabriele D'Annunzio nel 1892. È il secondo dei Romanzi della Rosa, con Il piacere e Il trionfo della morte.


Temi e stile[modifica | modifica wikitesto]

Il testo non rispecchia le tecniche del decadentismo di Andrea Sperelli, tantomeno l'evangelismo russo di Giovanni Episcopo. Il romanzo è concepito come una storia moderna di sperimentalismo, in cui sono presenti vaghi accenni al tipico stile di vita ottocentesco dei dandy decadenti, mentre la matrice tematica riguarda a ritroso un percorso di redenzione impossibile: ossia l'omicidio di Tullio del neonato, per ristabilire la relazione amorosa perduta. L'esperienza del protagonista è un fatto al di sopra delle sue possibilità, e per questo la critica inserisce il personaggio tra quelli delle opere giovanili dannunziane, in quanto Tullio è a metà percorso per approdare alla fase del "superuomo" nietzschiano. Solo nel Trionfo della morte avrà inizio tale percorso.
La narrazione è in prima persona ed inizia con una confessione del protagonista ai lettori, non ai giudici, ad un anno dal delitto. Non si tratta di un pentimento sincero dovuto al rimorso, ma uno sfogo di tensione. Poi avviene il racconto della vicenda in analessi.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Tullio Hermil, ex diplomatico e ricco proprietario terriero, è da sette anni marito di Giuliana, dalla quale ha avuto due figlie. Uomo dai gusti raffinati e privo di moralità, ha un temperamento inquieto e sensuale e tradisce la moglie continuamente. Una grave malattia di Giuliana sembra riavvicinarlo a lei, ma è un'illusione.
Quando poi, veramente pentito, Tullio torna da lei, deve apprendere che la donna lo ha tradito a sua volta e aspetta un figlio dallo scrittore Filippo Arborio; il protagonista comincia a nutrire odio verso "quel figlio non suo", sin da quando il bambino è ancora in grembo alla madre.
Il nascituro viene visto dai due come un elemento di disturbo del loro improbabile amore. Ma la gravidanza è difficile e i coniugi sperano che il bimbo muoia prima di venire alla luce, oppure lo uccideranno loro stessi, sollevandosi da un grave problema.
Venuto al mondo l'innocente, Giuliana si fa silenziosa complice del piano disumano del marito. Tullio, approfittando della breve assenza della governante, espone il bambino al gelo di una notte natalizia. Questo ovviamente si ammala e muore poco dopo, fra la disperazione dei parenti e dei servitori.
« Io credevo che per me potesse tradursi in realtà il sogno di tutti gli uomini intellettuali: - essere costantemente infedele a una donna costantemente fedele. »
(Gabriele D'Annunzio, L'innocente)

Trasposizioni cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

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