domenica 7 maggio 2017

E'uscito nelle librerie il mio nuovo romanzo "ACCADDE ALL' ALBA. uno squarcio nella Sicilia del 600, attraverso un fatto storico accaduto, dove pero' emergono i primi cenni di modernità'. Prossima presentazione nel castello Chiaramontano di Racalmuto, dove si sono svolti i fatti
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Lillo Taverna Saranno erase le scempiaggini storiche sciasciane false come falso è Regalpetra, come falso questo ex voto del Monte? Non vorrei che invece venissero ampiate alleggerite aggraziate e diffuse. Sciascia, immenso scrittore, affossò la veridica microstoria del suo borgo natio, Camilleti capovolse e travolse vescovi e vicende per scrivere un bel romanzo sul re di Girgenti. Tanu Savatteri s'inventa un inesistente silenzio dei loquaci. I grandi scrittori - e sia chiaro anche Silvano Messina lo è -. sono la mia dannazione. La sapida prosa che offusca la banale realtà della storia mi è indigesta. Qui ad esempio 'l'ill.mo don Girolamo del Carretto, conte di questa terra di Regalpetra, che morì ucciso da un servo a casa sua, il 6 maggio 1622' è gran patacca sciasciana. Il Conte Girolamo non primo era morto da qualche giorno ed era e per me resta sepolto a San Francesco nella tomba di famiglia, scancellata non so da quale prete. La moglie si sa chi era ed era ventenne. Dopo trescò con il cognato l'effimero arciprete don Vincenzo del Carretto, quello che si fece la chiesa dell'Itria per sua sepoltura. L'odierna mastranza se ne è appropriata, ma la sta facendo crollare. Al Carmine statene certi non vi è sepolto nessun Girolamo secondo del Carretto. Non vedo perché i racalmutesi quel sei di maggio 'mangiarono con la salvietta'.; l'esile e malaticcio don Girolamo del Carretto innocuo era stato; passò come meteora. Non vessò nessuno. Certe manfrine tributarie non lo riguardarono. E questa è storia. Nessun servo Divita potè ucciderlo. I Di Vita c'erano ma erano dignatari comitali. Quello che turba è il testamento di codesto don Girolamo vergato un anno prima di morire a Naro presso quei gesuiti. Vero, falso? Intanto c'è e quindi qualunque lettura si dia, la storia veridica dei Del carretto del Seicento resta nella misteriosa ambiguità. Molto antica. Nessun spiraglio di modernità. Nessun bel romanzo - e questo di Silvano Messina lo è - può scalfirne l'inquietante mistero. Gustiamoci il bel romanzo del grande clinico di Canicattì dottore Silvano Messina, ma per cortesia non crediate di contrapporre alla mia storia rovesciata di Racalmuto l'autorevolezza (indubbia) del grande figlio di Liddru Messina. Calogero Taverna

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