domenica 17 dicembre 2017


 RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI !!!
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  • xk      RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI                           !!!
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  •   xk    ^Premessa^                                                    !!!
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  •         Col trepido ricordo della mia prima giuventù trascorsa a    Racalmuto, mi sono applicato alla decifrazione delle carte         d'archivio della Matrice, risalenti al XVI e XVII secolo.        
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  •         Quando, giovanissimo, ho consultato per la prima volta gli       
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  •         atti di battesimo e matrimoniali, ho potuto percorrere           
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  •         all'indietro la mia ascendenza, per parte paterna, sino alle     
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  •         soglie del XVIII secolo: il diligente archivio parrocchiale lo   
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  •         consentiva. Dopo, lavoro e personali interessi mi hanno          
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  •         portato lontano da quelle ricerche, rimanendomi solo vaghe       
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  •         nostalgie e nebulose idee.                                    !  
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  •         In questi anni novanta, libero ormai dagli assilli di una        
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  •         professione, ho potuto riannodare il discorso sulla              
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  •         documentazione racalmutese conservata presso la Matrice di       
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  •         Racalmuto, interrottosi circa mezzo secolo fa.                !  
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  •         Me lo ha consentito l'attuale Arciprete, don Alfonso PUMA.       
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  •         Prete sensibile ed aperto alle cose della cultura, mi ha         
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  •         accordato fiducia dandomi libero accesso ai delicati e           
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  •         preziosi registri della lontana comunit… parrocchiale. Gli       
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  •         sono profondamente grato e lo ringrazio con la stima di          
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  •         sempre, sentendo pi— intensa l'antica amicizia che mi lega a     
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  •         questo sacerdote, zelante nella sua missione eppure non chiuso   
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  •         in fanatismi e pregiudizi. Se dalle mie ricerche qualche luce    
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  •         verr… sugli eventi del passato racalmutese, all'Arciprete Puma   
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  •         va dato il dovuto merito. Ne sottolineamo,                        
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  •         oltre alla riconosciuta bont… d'animo, una intelligenza, una     
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  •         modernit… ed una disponibilit… culturale, che senza nulla        
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  •         togliere alle prerogative del suo militante sacerdozio, lo       
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  •         arricchiscono d'ascendente oltre i limiti dei fedeli e dei       
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  •         parrocchiani.                                                 !!!
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  •         La collaborativa apertura di padre Puma ci ha messo in           
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  •         condizione di studiare gli atti pi— antichi dell'archivio        
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  •         parrocchiale, iniziando da un quinterno - cucito e non           
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  •         rilegato - risalente al 1554. Vi abbiamo rintracciato 105 atti   
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  •         di battesimo. Dovrebbero essere le pi— antiche trascrizioni      
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  •         documentali della Matrice di Racalmuto. Partendo dalla           
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  •         dodicesima indizione 'anticipata' - gli archivisti di            
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  •         Racalmuto usavano il sistema 'greco' nella sua versione          
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  •         originaria bizantina che faceva decorrere l'indizione dal 1ø     
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  •         settembre -, il vetusto quinterno ci certifica dei battesimi     
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  •         dei nostri antenati dall'8 di dicembre 1553 al 30 di agosto      
  •  
  •         1554. Mancano dunque i mesi di settembre, ottobre e novembre     
  •  
  •         del 1553. La media mensile dei battesimi di quell'anno si        
  •  
  •         attesta su quota undici: risultano assenti all'appello,          
  •  
  •         pertanto, 30-35 neo battezzati a mezzo del XVI secolo.        !  
  •  
  •         Altri atti di battesimo di quel secolo possiamo ricavarli da     
  •  
  •         altri sparsi quinterni, del tipo di quello prima descritto:      
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  •         liso e consunto il quinterno relativo al 1564, questo appare     
  •  
  •         pi— un resoconto contabile che un registro ecclesiastico dei     
  •  
  •         battesimi (eppure ci fornisce dati su battesimi solenni e su     
  •  
  •         quelli 'bassi': 2 tar i primi, 1,20 i secondi). Pi— completa    
  •  
  •         la raccolta relativa all'indizione del 1571 (4.a);                
  •  
  •         alquanto disordinata la documentazione riguardante l'indizione   
  •  
  •         del 1576 (9.a) e comunque limitata al periodo                    
  •  
  •         (1.11.1575-28.5.1576); del pari monca la raccolta dei            
  •  
  •         battesimi relativi al 1584. La fascicolazione fatta di recente   
  •  
  •         (nel decennio del 1980) Š piuttosto superficiale e spesso        
  •  
  •         inattendibile (si ascrivono al 1564 atti che invece attengono    
  •  
  •         a dieci anni prima: al 1554).                                 !! 
  •  
  •         Del tutto spurii e parziali appaiono due inserti documentali:    
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  •         il primo ci conduce al 1750 ed in gradevole grafia ci attesta    
  •  
  •         di oltre 140 atti matrimoniali; il secondo, mancante di ogni     
  •  
  •         tipo di datazione, ha tutta l'aria di un censimento dei nuclei   
  •  
  •         familiari esistenti in Racalmuto. Parziale, anche questo, Š a    
  •  
  •         nostro avviso collocabile nel XVIII secolo.                   !! 
  •  
  •         Rilegato, ben tenuto e con un indice sia pure interrotto e       
  •  
  •         per ordine alfabetico dei nomi (anzichŠ dei cognomi), cos       
  •  
  •         appare a distanza di secoli un registro, che ci Š stato          
  •  
  •         agevole consultare; rubricato come 'stato di famiglia -          
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  •         MATRIMONI 1582-1600', risulta invero una documentazione pi—      
  •  
  •         completa. Esordisce con un atto matrimoniale del 2 settembre     
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  •         XI.a Indizione 1582 e si snoda diligentemente e con dovizia di   
  •  
  •         dati anagrafici lungo quasi un ventennio, sino appunto al 13     
  •  
  •         di agosto del 1600. In appendice, del tutto arbitrariamente, Š   
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  •         accluso il conteggio economico dei funerali                      
  •  
  •         (solenni e 'bassi': 5 tar e 10 i primi, appena un tar e 20 i   
  •  
  •         secondi) che si ebbero dal 4 ottobre del 1618 al 19 novembre     
  •  
  •         del 1620.                                                     !! 
  •  
  •         Rilegati in carta pecora, presa da chiss… quale precedente       
  •  
  •         documentazione, sono gli atti di morte che dal 3 settembre del   
  •  
  •         1664 ci conducono sino all'anno tremendo del colera che si       
  •  
  •         abbattŠ su Racalmuto nel 1672: la decima indizione, che per il   
  •  
  •         calcolo 'greco' della Matrice racalmutese va dal 1ø settembre    
  •  
  •         1671 al 31 agosto 1672, Š a ben ragione segnata dal locale       
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  •         archivista 'amarissima e infaustissima'. Si pensi che sono       
  •  
  •         morti in un anno oltre 1200 racalmutesi, un quarto della         
  •  
  •         popolazione, quanti ne erano morti nei precedenti sette anni     
  •  
  •         che non erano certo tempi di lunga vita media. Il registro,      
  •  
  •         che di tanto in tanto reca chiose di notevole valore storico,     
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  •         Š documento importantissimo per la ricostruzione di un secolo    
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  •         di storia locale doloroso e sconvolgente.                     !! 
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  •         Agli esordi di questo secolo vi fu un fiorire di ricerche        
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  •         d'archivio presso il locale - e folto - clero. Mi si dice che    
  •  
  •         sacerdoti come il Cipolla - l'artefice di sfortunate             
  •  
  •         iniziative economiche e sociali - e don Gerlando di Falco, lo    
  •  
  •         stimato e prodigo restauratore della chiesa di san Giuseppe,     
  •  
  •         si accinsero ad una 'rubricazione' dei battezzati della          
  •  
  •         Racalmuto del '600 e successivi secoli. Una di queste rubriche   
  •  
  •         Š datata 10 marzo 1914. Dopo, il cataclisma della prima guerra   
  •  
  •         mondiale, avr… distolto da tali uzzoli archivistici. Noi         
  •  
  •         abbiamo avuto tra le mani una di queste rubriche e ne abbiamo    
  •  
  •         fatto la trasposizione nel 'computer'.                           
  •  
  •         E ringraziamo anche di ci•                                       
  •  
  •         la benevola accondiscendenza dell'arciprete PUMA.             !!!
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  •         In sintesi, sono quattro i nuclei documentali che, in prima      
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  •         battuta, abbiamo potuto studiare. Affidandoci al 'Personal       
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  •         Computer' - ad un programma LOTUS del 1988 - abbiamo seguito     
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  •         passo passo l'opera degli archivisti di Racalmuto, sicuramente   
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  •         sacerdoti del XVI e XVII secolo. L'imperio del Concilio di       
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  •         Trento lascia il suo segno nel lontanissimo territorio di        
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  •         Racalmuto. La cultura della Chiesa post-tridentina ci consente   
  •  
  •         oggi  uno sguardo non meramente curioso su un mondo              
  •  
  •         - contadino, paesano, corrusco, talora sanguigno, in perenne     
  •  
  •         lotta con la morte, teso al sopravvivere pi— che al vivere -,    
  •  
  •         in un mondo che Š nostro perch‚ vissuto dai nostri antenati.     
  •  
  •         Cognomi, nomi, parentele, mestieri di oggi hanno echi             
  •  
  •         sorprendenti nei lisi registri di quei tempi che il locale       
  •  
  •         clero ci ha fatto pervenire, sull'onda - appunto - del           
  •  
  •         Concilio di Trento.                                           !  
  •  
  •         La trascrizione in  'rubrica' dovuta  a                          
  •  
  •         preti del novecento (Cipolla                                     
  •  
  •         o Di Falco, poco importa) non Š manipolazione e vi Š assente     
  •  
  •         ogni adulterazione: non Š quindi spuria quell'opera e ci aiuta   
  •  
  •         nella ricostruzione del fluire demografico dei primi secoli      
  •  
  •         dell'epoca moderna della nostra antica terra di Racalmuto.    !  
  •  
  •         I quattro momenti della nostra ricerca si snodano lungo l'arco   
  •  
  •         di due secoli: dalla prima met… del '500 fino alla prima met…    
  •  
  •         del '700. Sono spunti antologici che ci consentono di spaziare   
  •  
  •         dai ritmi della locale procreazione ai coaguli familiari delle   
  •  
  •         combinazioni matrimoniali, alle falcidie impetuose e spesso      
  •  
  •         impietose delle morti soffocatrici della vita in non tarda       
  •  
  •         et….                                                          !  
  •  
  •         Non abbiamo analizzato con metodo ed esaustivamente              
  •  
  •         tutta la trafila documentale esistente presso l'archivio         
  •  
  •         parrochiale di Racalmuto; almeno per ora. Se ne avremo           
  •  
  •         tempo, lo faremo ben volentieri. Non ci dispiacerebbe per• di    
  •  
  •         avere tracciato un solco, dato l'avvio a ricerche pi—            
  •  
  •         pregevoli da parte di locali esperti. Speriamo! Per il           
  •  
  •         momento, le nostre risultanze si radicano nella  seguente        
  •  
  •         serie di dati d'archivio:                                     !  
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  •         - 1) n. 5 quinterni alti, stretti ed a forma di                  
  •  
  •         colonna relativi ai nati di Racalmuto                            
  •  
  •         delle indizioni 12.a (1554); 7.a (1564); 14.a (1571); 4.a        
  •  
  •         (1576) e 12.a (1584). Come appendice, abbiamo unitamente         
  •  
  •         esaminato il quinterno relativo ai matrimoni celebrati nell'     
  •  
  •         1750 e lo stralcio del censimento ad opera del clero di          
  •  
  •         Racalmuto che pu• collocarsi nella prima met… del '700;       !! 
  •  
  •         - 2) il registro degli atti a colonna singola che riporta i      
  •  
  •         matrimoni dal 1582 al 1600 nella prima parte e i rendiconti      
  •  
  •         dei funerali dal 1618 al 1620 nella seconda parte;            !! 
  •  
  •         - 3) il registro dei morti dal 1664 al 1672: un ciclo di otto    
  •  
  •         anni di grande utilt… per studi statistici sulla vita media a    
  •  
  •         Racalmuto nello scorcio finale del secolo della peste;        !! 
  •  
  •         - 4) la 'rubrica' redatta alla vigilia della prima guerra        
  •  
  •         mondiale dai giovani sacerdoti di Racalmuto per catalogare i     
  •  
  •         battezzati risultanti in archivio relativamente al periodo       
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  •         1677-1686 ed a quello intercorrente tra il 1704 e il 1708.    !!!!
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  •         LA NATALITA' NELLA RACALMUTO DEL XVI SECOLO.                  !!!!
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  •         Il Concilio di Trento si apre il 13 dicembre 1545, viene         
  •  
  •         sospeso nel 1552, e dopo varie vicissitudini si riapre nel       
  •  
  •         1562 per concludersi il 4 dicembre 1563. L'ordinamento del       
  •  
  •         clero e la disciplina degli archivi parrocchiali sono            
  •  
  •         collegabili alla parte  finale del Concilio. Ma, in quel di      
  •  
  •         Racalmuto, il nostro clero sa persino anticipare i tempi: il     
  •  
  •         registro dei battesimi - il pi— antico che siamo riusciti a      
  •  
  •         reperire presso la Matrice - risale addirittura all'8 dicembre   
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  •         del 1553. Pi— che di registro trattasi di un quinterno stretto   
  •  
  •         ed alto a mo' di colonna, purtroppo amputato dei primi fogli     
  •  
  •         che sono andati smarriti insieme alla memoria dei battezzati     
  •  
  •         dal 1ø settembre 1553 al 7 ottobre 1553. In base ai nostri       
  •  
  •         calcoli, oltre trentacinque nominativi dovevano essere stati     
  •  
  •         registrati in quel periodo.                                   !  
  •  
  •         La formula adottata era la seguente: '' Die....xbris (per        
  •  
  •         dicembre) lu (e spesso: lo) figlio (per i maschietti) e la       
  •  
  •         figlia (per le bambine) di ...(nome del padre) e di...(cognome   
  •  
  •         del padre) nomine ....(nome del battezzato) li c¢pari (i         
  •  
  •         compari)..... la c¢mari ..... presti (vale per prete o           
  •  
  •         presbitero) ........''. Il ricorso a contrazioni, simboli ed     
  •  
  •         abbreviature non Š infrequente, specie quando trattasi di nomi   
  •  
  •         usuali (JO: per Giovanni; Vic. per Vincenzo, etc.). Il cognome   
  •  
  •         delle madrine viene spesso reso con curiosa forma al femminile   
  •  
  •         (la Terranova, la Casuccia, la Taverna, etc). L'intento Š        
  •  
  •         quello di servirsi del latino, ma l'intrusione di modi e         
  •  
  •         termini dialettali rende suggestiva la contaminazione: ci Š      
  •  
  •         dato leggere, ad esempio: 'si batizau'; 'Vartulu'; 'Lu           
  •  
  •         Bruttu'; 'Vurzillinu'; 'Jugnettu' (per Luglio); etc.)         !  
  •  
  •         Correva il 6 agosto del 1554 e la calura estiva doveva essere,   
  •  
  •         come di consueto, pesantissima. L'archivista doveva forse        
  •  
  •         essere lo stesso sacerdote ufficiante il battesimo. Se           
  •  
  •         cos, stava nella chiesa madre il sacerdote don Lisi Lombardo.   
  •  
  •         Alla bambina da battezzare veniva imposto il nome di             
  •  
  •         'Catrinella'. Se ne dichiarava padre 'mastro Antonino            
  •  
  •         Petruzzella'. Forse per la 'berretta' che portava, forse per     
  •  
  •         la barba a pizzo, ma pi— verosimilmente per certi carogneschi    
  •  
  •         sospetti sulla partenit…, l'annoiato archivista agghindava       
  •  
  •         'mastro' Antonino con uno schizzo caricaturale dalla             
  •  
  •         ammiccante 'aureola'. Un messaggio o solo un riempitivo dovuto   
  •  
  •         alla noia estiva dell'amanuense? Dopo oltre quattro              
  •  
  •         secoli qualche eco giunge a noi e noi l'affidiamo a queste       
  •  
  •         note non prive di un intento burlesco simile a quello che        
  •  
  •         sospettiamo nel prete racalmutese del '500.                   !!!!
  •  
  •         Non crediamo che vi siano documenti - almeno tra quelli sinora   
  •  
  •         noti - che diano generalit… di nostri antenati risalenti a       
  •  
  •         prima del 1554. Nelle registrazioni religiose della Matrice      
  •  
  •         abbiamo, invece, il primo lungo elenco di racalmutesi. Molti     
  •  
  •         dei ceppi attuali vi hanno sorprendente riscontro. Famiglie,     
  •  
  •         oggi note e numerose, vi possono ricercare le loro antiche       
  •  
  •         origini. Gli AGRO'; gli ALAIMO; gli ALFANO; gli ACQUISTA; gli    
  •  
  •         ARNONI; gli AVARELLO; gli ARRIGO; i BARBERI; i BURSELLINO; i     
  •  
  •         CAPITANO; i CARLINO; i CASTRONOVO; i CINCOMANI; i COLLURA; i     
  •  
  •         CURTO; i FALLETTA; i FERLISI; i GARLISI; i GIANCANI; i GIGLIA;   
  •  
  •         i GRACI; i GRILLO; i GUELI; i GULPI (poi VOLPE); i LA LICATA e   
  •  
  •         l'equivalente ceppo dei LICATA; i LA MANTIA; i LA ROCCA; i       
  •  
  •         LIONE (un Mariano LIONE inteso come INFERNO, figlio di           
  •  
  •         Girolamo Š anzi il primo della lista essendo stato battezzato    
  •  
  •         l' 8 dicembre del 1553); i MACALUSO; i MILAZZO; i MULE'; i       
  •  
  •         MURRIALI; i PIRRERA; i PITRUZZELLA; i PUMA; i ROMANO; i SALVO;    
  •  
  •         i SANFILIPPO; gli SCIASCIA; gli SFERRAZZA (o SFIRAZZA); sono     
  •  
  •         costoro i casati pi— antichi e ricorrenti di Racalmuto nelle     
  •  
  •         carte del 1554. Sposati e fertili hanno bambini da battezzare    
  •  
  •         tra l'otto dicembre del 1553 e il '30 di agustu' del 1554. In    
  •  
  •         quel torno di tempo ci imbattiamo in tre cappellani che          
  •  
  •         benedicono il battesimo: don Vincenzo Colichia, padre Dionisi    
  •  
  •         Lumbardo e don Antonio La Matina.                             !!!
  •  
  •         Per curiosit… ma anche per obiettiva rilevanza, trascriviamo     
  •  
  •         il primo atto di battesimo: ''Die 8 xbris (1553), lu figlio di   
  •  
  •         Girolamo La Lione alias Inferno nomine Mariano (Š stato          
  •  
  •         battezzato). Li compari: mastro Jacomo Picuni e mastro           
  •  
  •         Agustino Sarachi; la commari Joanna di Puma di Petro.            
  •  
  •         Presbiter Vincenzo Colichia''. Quel che rileva Š la presenza     
  •  
  •         di ben due 'mastri' fra i padrini. Racalmuto, dunque, in quel    
  •  
  •         periodo non Š solo un centro contadino o una baronia             
  •  
  •         strettamente agricola sotto il dominio dei baroni Del Carretto   
  •  
  •         (questi - si sa  - assurgeranno a conti nel 1576) ma un'alacre   
  •  
  •         cittadina con una diffusa maestranza. E' da pensare che          
  •  
  •         siffatta maestranza fosse preminentemente edile. Castello        
  •  
  •         baronale, espansione urbana e costruzione di nuove chiese        
  •  
  •         determinavano, di certo, un boom edilizio cui soccorrevano       
  •  
  •         muratori locali e specialisti dei pi— evoluti centri vicini.     
  •  
  •         Riscontriamo, cos, cognomi che stanno a testimoniare            
  •  
  •         l'origine di molti immigrati: Giuliano di Girgenti; Agostino     
  •  
  •         di Modica;  Gian Antonio Piemontese; Pietro di Aversa; Vitu lu   
  •  
  •         Sardu; Giseppi di Milazzo.                                       
  •  
  •         E' da escludere, per•, che allora Racalmuto fosse un              
  •  
  •         paese minerario. Lo zolfo diverr… rilevante solo a met…          
  •  
  •         dell'ottocento, in ispecie dopo l'introduzione dei forni         
  •  
  •         ideati dall'ing. GILL.                                        !! 
  •  
  •         Come nota di costume, Š da annotare che ogni battesimo era       
  •  
  •         assistito da due padrini. Costoro - piuttosto ricorrenti - non   
  •  
  •         sembrano legati da vincoli di parentela con la famiglia del      
  •  
  •         battezzato, ma appaiono pi— che altro in veste di notabili: la   
  •  
  •         gente di rispetto di allora. Se Š cos, la loro ricognizione     
  •  
  •         ha un certo peso: Antonio Montiliuni, Nardo Falletta, Bartolo    
  •  
  •         Brucculeri, Cosimo Macaluso, Paolo Rosina, Pietro Vurzellino,    
  •  
  •         Nardo di Alaimo, Jacomo Blundo, Mariano Agro', Bastiano          
  •  
  •         d'Acquista, Lorenzo Curto, Paolo di Vigna, Nardo di Mule',       
  •  
  •         Santo di Puma, Francesco di Giglia, Nardo La Licata, Antonio     
  •  
  •         Parisi, Michele Taibi, Pietro Varneri, Cesare d'Acquista,        
  •  
  •         Stefano Busuito, Pietro di Gueli, Antonino Giglia, Mariano di    
  •  
  •         Mule', Jacopo Giarrizzo, Paolo Murriali, Girolamo Volpe,         
  •  
  •         Lionardo La Lumia, Bastiano Macaluso, Pietro di Puma, Giovanni   
  •  
  •         La Licata, Mariano La Lumia, Andrea Lo Brutto, Antonio Lo        
  •  
  •         Brutto, Minicu Nalbuni, Pietro Alfano, Nino La Mendola, Pietro   
  •  
  •         Taibi, questi i maggiorenti della Racalmuto di met… secolo       
  •  
  •         quindicesimo. Gli atti di battesimo ci dicono anche che il       
  •  
  •         notaio di allora era Matteo Damiano. Dato che conferma, per      
  •  
  •         altro verso, l'importanza di Racalmuto ove esercita con          
  •  
  •         profitto un professionista notaio.                            !! 
  •  
  •         Accanto ai 'compari' di battesimo abbiamo la 'commari'.          
  •  
  •         Codesta non ha rapporti di parentela o di affinit… coi           
  •  
  •         padrini, non Š mai la moglie di uno di questi. La sua funzione   
  •  
  •         sembra essere tutta religiosa. A lei si affida il compito        
  •  
  •         della futura educazione  del neonato. Talora la                  
  •  
  •         madrina Š una suora o una delle tante terziarie (francescane,    
  •  
  •         agostiniane, etc.) Doveva comunque trattarsi di pie donne,       
  •  
  •         assidue frequentatrici della chiesa Madre. Quando si aveva una   
  •  
  •         battezzanda, a costei spesso si                                  
  •  
  •         dava lo stesso nome della 'commari' a                            
  •  
  •         comprova che in ogni caso la figura della 'madrina' era molto    
  •  
  •         considerata. Ne forniamo un primo elenco: Giovanna di Puma;      
  •  
  •         Paola di Nunzia; Fiuri Salvagio; Girolama La Mantia; Graziella    
  •  
  •         Murriali; Angela la Guarnera; Angela Vella; Laura Bucculera;     
  •  
  •         Giovannella La Mantia; Billizza Laudica; Giovannella Sansone;    
  •  
  •         Sabella Di Liberto; Caterina Laurita; Ioannella Tudisca;         
  •  
  •         Caterina La Licata; Francesca la Taverna; Betta la Biunda;       
  •  
  •         Joannella la Puma; Joannella la Belloma; Pitruzza Terranova;     
  •  
  •         Lorenza la Curdara; Girolama la Miliota; Francisca la            
  •  
  •         Murriala; Paola Garlisi; Caterina Sanfilippa; Bianca la          
  •  
  •         Spagnola; Caterina la Garlisa.                                !!!
  •  
  •         Dal dicembre 1553 all'agosto 1554 sono stati dunque registrati   
  •  
  •         n. 105 battesimi. Non Š pertanto infandato pensare che le        
  •  
  •         nascite annue si aggirassero sulle 140. Il TINEBRA MARTORANA     
  •  
  •         (cfr. il suo RACALMUTO: memorie e tradizioni, pag. 105)          
  •  
  •         riferisce che Racalmuto contava nel 1548 890 case e quasi 4000   
  •  
  •         abitanti (ascesi nel 1595 a 4447). Se cos Š, il quoziente di    
  •  
  •         natalit… a met… del secolo XVI era del 35 per mille, alla        
  •  
  •         stregua di quanto registrato nel 1901 per tutta la Sicilia, ma   
  •  
  •         molto al di sotto del quoziente della stessa Sicilia avutosi     
  •  
  •         nel 1861 (42,20 per mille), stando allo studio di Gino           
  •  
  •         Longhitano: la dinamica demografica (in La Sicilia, volume       
  •  
  •         della Storia d'Italia, ed. Einaudi, pag. 987).                !!!
  •  
  •         La mortalit… infantile dell'epoca era molto alta, come vedremo   
  •  
  •         analizzando i libri dei morti della stessa Matrice, cos come    
  •  
  •         era breve la vita media. Nell'ambito dei 105 battezzati,         
  •  
  •         abbiamo una prevalenza di maschietti (55) sulle bambine.      !  
  •  
  •         I nomi sono quasi tutti gentili: abbondano i Francesco,          
  •  
  •         Angelo, Giuseppe, Pietro, Natale, Girolamo per i maschi;         
  •  
  •         Giovanna, Stefana, Antonina per le donne. Al contempo,            
  •  
  •         affiorano nomi graziosi come Giovanna Chiara, Palma, Novella;    
  •  
  •         Giulio, Rodamonte, Barnaba, Marco, Ottaviano, Bartolo.           
  •  
  •         Non sono ancora diffusi nomi del tipo: Calogero (nome            
  •  
  •         diffusosi attorno al 1750) o Crocifissa o Salvatrice.         !!!!
  •  
  •         RACALMUTO NEL 1564                                            !!!!
  •  
  •         Il quinterno successivo riguarda il 1564: dunque dieci anni      
  •  
  •         dopo. E' diviso in due parti: la prima attiene ad alcuni         
  •  
  •         introiti da matrimoni celebrati; la seconda contiene le          
  •  
  •         annotazioni sui crediti vantati per battesimi.Illeggibili le     
  •  
  •         prime due colonne e neppure agevole la lettura delle altre per   
  •  
  •         la consunzione del tempo. In ogni caso, abbiamo traccia di ben   
  •  
  •         38 matrimoni che se riguardano un anno intero comportano un      
  •  
  •         quoziente di nuzialit… pari a 9,5 per mille (mantenendo fisso    
  •  
  •         il numero di abitanti in 4.000) ben superiore a quello del       
  •  
  •         1861 dell'intera Sicilia (7,33) e del 1901 (7,43), riferendoci   
  •  
  •         sempre allo studio del LONGHITANO prima citato.  Si pagavano 2   
  •  
  •         tari' e 7 grani per essere 'inguaggiati et spusati'.          !! 
  •  
  •         A titolo meramente indicativo, trascriviamo due registrazioni    
  •  
  •         matrimoniali, le quali invero sono le sole che abbiano una       
  •  
  •         qualche compiutezza; il resto non Š apparso suscettibile di      
  •  
  •         integrale decifrazione. Al n. 39 si ha dunque: '' Matte' di      
  •  
  •         Noto f. di Luca et Joannella di Noto cum Angiluzza f. di         
  •  
  •         mastro Jacumu et Betta di Blundo in g. et sp. (inguaggiati et    
  •  
  •         spusati), p.nti (presenti) Lisi La Regina, Antonino Labbati et   
  •  
  •         Francesco Bucculeri Chillici.....tt. (tari') 2 e 7 (grani).      
  •  
  •         PAGAU.' Al n. 36 abbiamo: ''Adi' 26 ditto (26 agosto 1564) -     
  •  
  •         Petru Sfirrazza f. di Nardu et Pina di Sfirrazza cum Diana f.    
  •  
  •         di mastro Bastiano et quondam (fu) Sicilia di Nobili, presenti   
  •  
  •         Santu Curtu, Cesari di Puma et Nardu di Miceli'. Nel             
  •  
  •         complesso, per quel che si riesce a decifrare, veniamo a         
  •  
  •         conoscere gli estremi delle nozze fra le seguenti famiglie: un   
  •  
  •         Falletta con Joannella Alaimo; Juliano di Pani con Vincenza di   
  •  
  •         Averna; Luciano Pirrera con Antonella di Minico; un Arrigo con   
  •  
  •         Lauria Puma figlia di Jacomo e Rosa Puma; un La Matina con       
  •  
  •         Rosa di Blundo; un Casali con una Mule'; un Napuli con Agata     
  •  
  •         Santangela; un Sanfilippo con una La Rocca; un altro             
  •  
  •         Sanfilippo (Nardu) con Narcisa Arrigo; Paolino Romano con         
  •  
  •         Sabella Vulpi; Agustino Facciponti con Cuntissa Lu Portu;        
  •  
  •         Cesaru Picuni con Lauria La Licata Infernu. Il matrimonio tra    
  •  
  •         Cataldo lu Porco e Vincenza Pisano dovette essere di rilievo     
  •  
  •         se tra i testi troviamo 'don Cesaro lo Carretto' che ha tutta    
  •  
  •         l'aria di appartenere ai locali baroni del Carretto. Tra         
  •  
  •         genitori e testi rileviamo ben 6  'mastri': mastro Francisco     
  •  
  •         di Girgenti; mastru Vartulu Raspanti; mastro Antonino            
  •  
  •         Cacciaturi; mastro Jacumu di Blundo; mastro Pompeo Pisano e      
  •  
  •         mastro Bastiano di Nobili. Anche da questi dati, abbiamo la      
  •  
  •         conferma che a Racalmuto del '500 le maestranze erano vaste ed   
  •  
  •         operose. Se i cognomi sono indicativi, resta fondata l'ipotesi   
  •  
  •         di tanti immigrati a Racalmuto nel settore dei mestieri.         
  •  
  •         Cognomi come Jo Antonio Piamontisi, Jo Sequales e Nardo          
  •  
  •         Montiliuni fanno pensare ad una locale burocrazia proveniente    
  •  
  •         dal di fuori della Sicilia, ed in un caso di indubbia origine    
  •  
  •         spagnola. Altre famiglie di spicco sono reperibili fra        !! 
  •  
  •         quell'incerta documentazione matrimoniale. Segniamo qui: La      
  •  
  •         Mantia; Carlino; Asaru; Palermo; Cullura; Vaccari (Pietro),      
  •  
  •         Amella; Tabuni; Taibi; Scibetta; Cavallaru; Costi; Vella;        
  •  
  •         Virtulino e Castronovo.                                       !!!!
  •  
  •         La seconda parte del fascicolo Š di natura meramente             
  •  
  •         contabile, anche se concerne alcuni battesimi celebrati nel      
  •  
  •         1564. E' tenuta a doppia colonna: da una parte la causale e      
  •  
  •         dall'altra l'andamento del credito. Sembra che si tratti         
  •  
  •         dell'affitto di alcuni indumenti battesimali: coxini (piccole    
  •  
  •         cotte), tovaglie; collaricchi (collettini); falde; cordelli      
  •  
  •         russi (cordoncini rossi); faxe (fasce); vilo di sita (velo di    
  •  
  •         seta); chiumazzella (piccolo cuscino); falda di pannizzu. La     
  •  
  •         tariffa Š fissa: tt. 1 - 10 (un tari' e 10 grani). Nella         
  •  
  •         seconda parte del registro, viene segnata una formula usuale:    
  •  
  •         'divi aviri...tt.1-10'. L'evidenza risulta alla fine cassata     
  •  
  •         con un grande taglio a forma di 'X'. I dati, riferendosi a       
  •  
  •         soli n. 34 battesimi che vanno dall'ottobre 1563 all'agosto      
  •  
  •         1564, fanno pensare, appunto, ad un affitto di indumenti  e      
  •  
  •         fanno arguire che il resto dei battesimi ( per lo meno, altri    
  •  
  •         110) di quell'anno sia avvenuto con vestiario di propriet…,      
  •  
  •         oppure, pi— verosimilmente, senza orpelli.                    !  
  •  
  •         Il documento testimonia del dialetto siciliano dell'epoca che    
  •  
  •         non sembra discostarsi di molto da quello attuale. A tal fine    
  •  
  •         segnaliamo altri lemmi ed alcune espressioni: 'nu morsu di       
  •  
  •         pezza'; 'si ristau per lu dittu debitu'; 'divi aviri'; 'uno      
  •  
  •         coxino cun lu pertuso'; 'divi aviri tt.1-10 e l'appi patri       
  •  
  •         Nicola'; 'un coxino cu li lenzi russi et una tovaglia            
  •  
  •         intagliata cu li fiuri'; 'uno coxino et una tovaglia vecchi';    
  •  
  •         'jennaru'; 'maiu'; 'virdi'; 'cu certi pannizzi'.              !! 
  •  
  •         Se quelli che pagavano un tari' e 10 grani per agghindare i      
  •  
  •         battezzandi erano gli appartenenti al ceto medio della           
  •  
  •         Racalmuto del cinquecento, eccone il significativo elenco:       
  •  
  •         Natali Falletta; Nuzzu Cozzu; Matte' Montiliuni;  Jo Macaluso    
  •  
  •         di Nardu; Antonino di Polito; Pietro La Matina; Francesco        
  •  
  •         Virguni; Philippo La Licata di Antonino; Andria Chinnirella;     
  •  
  •         Antonio di Liberto; Pietro di Lintini; Jacomo Casuccia (che      
  •  
  •         esige 'uno coxino cu li cordelli russi'); Marco Calichi;         
  •  
  •         Juliano di Pani (che vuole 'una faxa cu certi pannizzi et uno    
  •  
  •         collaricchiu'); Paolo Amorella; Simuni Vitellu (anche qui si     
  •  
  •         ha 'uno coxino cu li cordicelli russi'); Antonino Cardala;       
  •  
  •         Antonino Lu Sardo; Antonino Amella; Francesco Romano; Cola di    
  •  
  •         Migliuri; Petru Randazzo; Battista Rizzu; Cola Bucculeri;        
  •  
  •         Pietro Purcello; Antonino Borsillino (che pretende 'un coxino    
  •  
  •         cu li lenzi russi et una tovaglia intagliata cu li fiuri'        
  •  
  •         sempre per un tari' e 10 grani); Antonino Rizzo di la Favara;    
  •  
  •         Jo Antonio di Puma; Bastianu Macalusu; Martinu Catanisi;         
  •  
  •         Antonino di Benedittu; Girolamo Gargo e Jo Collura.           !!!!
  •  
  •         L'ESPLOSIONE DEMOCRATICA DEL 1570-1571                        !!!
  •  
  •         La nostra ricerca si estende                                     
  •  
  •         ad un fascicolo di battesimi che dal primo                       
  •  
  •         di ottobre del 1570 ci conduce passo passo fino al 9 ottobre     
  •  
  •         del 1571. Segue un elenco di donne per la                        
  •  
  •         gran parte coniugate. I primi tre fogli sono illeggibili per     
  •  
  •         l'inchiostro sbiaditosi nel tempo per effetto di acqua           
  •  
  •         cadutavi sopra. Il senso di quell'elenco sfugge del tutto.       
  •  
  •         Eccone alcuni stralci:                                        !  
  •  
  •         - Geronima m. (moglie) di Santo Favara;                       !  
  •  
  •         - Geronima m. di Nino Barba;                                  !  
  •  
  •         - Vicenza la Pitruxella;                                      !  
  •  
  •         - Antonia la Pantanedda;                                      !  
  •  
  •         .....                                                         !  
  •  
  •         - Lauria m. di Nardo lu Sardo;                                !  
  •  
  •         - Antonella m. di Jacubo Barba;                               !  
  •  
  •         - Margarita m. di Paulino Boscarino;                          !  
  •  
  •         ......                                                        !  
  •  
  •         - Margarita la Manna;                                         !  
  •  
  •         - Catrina la Pitruxella.                                      !! 
  •  
  •         Il fascicolo - come altri della specie, del resto - fu           
  •  
  •         soggetto ad attento esame nel settecento, interpolato e forse    
  •  
  •         manomesso. In un punto viene cos annotato con bella             
  •  
  •         calligrafia del '700: 'Die 3 Aprilis 1571. ALGOZINI Archip.r     
  •  
  •         1731'.                                                        !! 
  •  
  •         Se le manipolazioni del '700 non hanno del tutto falsato la      
  •  
  •         raccolta di atti battesimali, siamo in presenza di un dato       
  •  
  •         attestante una vera esplosione demografica in quel frangente:    
  •  
  •         trattasi di ben 238 atti di battesimo, che, se ristretti ad un   
  •  
  •         periodo di un anno intero, scendono a 229 battesimi              
  •  
  •         rappresentanti un quoziente di natalita' - ipotizzando la        
  •  
  •         popolazione di allora in 4500 abitanti - del 50, 89 per mille    
  •  
  •         che risulta incrementato del 45,4% rispetto al quoziente prima   
  •  
  •         calcolato per il 1554.                                        !  
  •  
  •         Notiamo, pure, una inversione di tendenza: la natalit…           
  •  
  •         infantile femminile Š, ora, maggiore di quella maschile (il      
  •  
  •         52,10% sulle nascite complessive del periodo ammontanti a        
  •  
  •         238). Si snodano, in questo documento, i capostipiti             
  •  
  •         dell'intero tessuto familiare racalmutese, per la gran parte     
  •  
  •         ancor oggi presente. Oltre ai cognomi prima annotati,            
  •  
  •         emergono le varie famiglie dei Gagliano, Vivona, Conti, Vento,   
  •  
  •         Graci, Russello, Judici, Dinolfo, Micciche', Zauna, Curdaro,     
  •  
  •         Lo Re, Falarifixi, Falci, Taverna, Ciraulo etc.               !  
  •  
  •         Notiamo qui - e ci• varr… per tutto il Cinquecento - che le      
  •  
  •         grandi famiglie dell'Ottocento quali i Matrona ed i Tulumello    
  •  
  •         non sono ancora apparse nelle carte parrocchiali della           
  •  
  •         Racalmuto dell'epoca.                                         !  
  •  
  •         Le maestranze si accrescono vieppi—; emergono, infatti, i        
  •  
  •         seguenti 'mastri': m.o Mariano Pitruxella, m.o Andria            
  •  
  •         Castronovo; m.o Giuliano Giglia; m.o Paolo Castronovo; m.o       
  •  
  •         Paolo Brigantino; m.o Jacomo Puma; m.o Pietro Moranda; m.o       
  •  
  •         Julio Cannatello; m.o Jo Gulpi; m.o Minico Genua; m.o Carlo      
  •  
  •         Facciponti; m.o Pietro di Girardo; m.o Giuseppe Blundo; m.o      
  •  
  •         Gian Battista Romano; m.o Gerlando Arrigo; m.o Antonino          
  •  
  •         Tabuni; m.o Antonuzzu di Arnuni; m.o Antonino Jacupunello;       
  •  
  •         m.o Francesco Pitricella, m.o Arrigo Presti, m.o Arrigo          
  •  
  •         Benigno, m.o Giuseppe Cacciaturi, m.o Francisco Cacciaturi,      
  •  
  •         m.o Pasquali lu Longu, m.o Mariano Simuni, m.o Antonuzzu         
  •  
  •         Millardu, m.o Gireri San Mariano. m.o Arrigo Bino                
  •  
  •         e  m.o Antonino Falletta. 29 'mastri' non sono pochi,            
  •  
  •         oltre il 10% dei nuclei familiari menzionati. Alcuni             
  •  
  •         di loro  - quali il Genua, lo                                     
  •  
  •         Jacupunello, il Moranda, il Brigantino - fanno congetturare di   
  •  
  •         essere 'mastri' immigrati. Racalmuto prospera pu• permettersi    
  •  
  •         ora per lo meno due notai: il notaro Benedetto di Amella, che     
  •  
  •         padre di un bambino gli da' l'inconsueto nome di VENTIANO, ed    
  •  
  •         il notaro Cola Montiliuni. Personaggi di spicco non mancano e    
  •  
  •         questi vengono ossequiati spagnolescamente anche negli atti      
  •  
  •         austeri dell'archivio parrochiale con un rispettoso 'don'.       
  •  
  •         Rientrano fra tali gentiluomini della Racalmuto del 1571 'don'   
  •  
  •         Filippo La Tona e 'don' Pietro Sabella.                       !  
  •  
  •         Le testimonianze sul clero di Racalmuto in quel torno di tempo   
  •  
  •         sono segnatamente esplicative di una presenza assidua e di una   
  •  
  •         composizione molto numerosa, segno di un centro molto            
  •  
  •         importante e relativamente ricco di mezzi di sostentamento per   
  •  
  •         sacerdoti laici e regolari, ed anche per suore. Tra le           
  •  
  •         madrine, in cinque battesimi figurano religiose. Due di loro     
  •  
  •         - Soro Palma di Aidoni e soro Palma di Jandridochi - hanno       
  •  
  •         l'aria di forestiere che dovettero ben trovarsi a Racalmuto,     
  •  
  •         tanto da venire chiamate a fare da 'commare'.                 !  
  •  
  •         Il folto clero annovera: don Gerlando e don Vincenzo Averna,     
  •  
  •         don Giovanni Cacciaturi, don Antonino d'Auria, don Giuseppe      
  •  
  •         Garambula, don Antonino La Matina, don Antonino Lumia, don       
  •  
  •         Michele Miccichi, don Filippo Macina e don Giuseppe Nicastro.    
  •  
  •         Son dieci sacerdoti che hanno officiato nei battesimi e sono     
  •  
  •         quindi da considerare attivi, in qualit… di cappellani.          
  •  
  •         Qualche volta vengono chiamati a fare da 'compari': capita a     
  •  
  •         don Vincenzo Averna, a don Michele Miccichi                      
  •  
  •         e a don Giuseppe Garambulo. Un altro                             
  •  
  •         sacerdote Š presente talora ai battesimi come 'padrino' senza    
  •  
  •         officiare e trattasi del 'presbiter' Monsirrato di Agro'.     !!!
  •  
  •         LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONTINUA ANCHE NEL 1576               !!!!
  •  
  •         Risparmiato dalle ingiurie del tempo e giunto fino a noi Š un    
  •  
  •         altro interessante fascicolo che raccoglie di atti di            
  •  
  •         battesimo dal primo novembre 1575 al 28 maggio 1576. Sono        
  •  
  •         segnati n. 167 battesimi. In ragion d'anno, pu• sostenersi che   
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  •         nacquero in Racalmuto sui 285 bambini e cioŠ vi fu un            
  •  
  •         quoziente di natalit… superiore al 60 per mille (incremento      
  •  
  •         del 19,69% rispetto a cinque anni prima). L'attendibilit… del    
  •  
  •         calcolo non sembra dubitabile, a meno che la popolazione         
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  •         dell'epoca fosse ben maggiore dei 4700 abitanti accreditati.  !  
  •  
  •         La presenza dei del Carretto Š ora testimoniata dalla            
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  •         circostanza che una Betarice del Carretto acconsente a fare da   
  •  
  •         'commare' l'11 dicembre del  1575 nel battesimo di una bambina   
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  •         Vincenza,  figlia del notabile Pietro di Agro'. Il padrino Š     
  •  
  •         Vincenzo Canigliaro. Celebra il battesimo padre Vincenzo di      
  •  
  •         Averna che abbiamo gi… conosciuto fra i cappellani operanti in   
  •  
  •         Racalmuto nel quinquennio precedente.                         !  
  •  
  •         L'espansione demografica porta ad un accentuarsi                 
  •  
  •         dell'omonimia: il soprannome o la 'ingiuria' si diffonde ai      
  •  
  •         fini di evitare confusione. Tali soprannomi sono spesso          
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  •         rivelatori di aspetti sociali ed economici non proprio           
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  •         trascurabili. Qualche Sfiraza Š contraddistinto come un          
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  •         Falchotta (che lascia pensare a qualche feudo di propriet…)      
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  •         per distinguerlo da un omonimo che viene invece indicato come    
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  •         Tuminello o da altro chiamato pure Bozaro; un Ruggeri Š          
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  •         soprannominato Scaccia con evidente riferimento alla localit…    
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  •         ancor oggi cos indicata; Antonella Montana Š intesa come 'lu    
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  •         Caliato'; abbiamo cos un SALVO-BRIGALINO.                        
  •  
  •         Altre 'ingiurie' palesano aspetti fisici o morali o              
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  •         professionali. Gli Amella sono 'Granusi'; Lu Sardu Š Polito;     
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  •         Cesaro di Agro' Š Mancuso; un altro Agro' Š 'lu Russu'; un       
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  •         Amella risulta Predicatori; un Graci diviene Fellarangi          
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  •         (affetta arance ?); Bartolomeo Vitale Š Catalano; Girolamo       
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  •         La Licata risulta 'Critaro'. Alcuni doppi                        
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  •         cognomi stanno a significare l'unione di talune importanti       
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  •         famiglie con la combinazione di matrimoni: abbiamo cos gli      
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  •         AMELLA-BARTOLOTTA; i DORIA-CASUCCIO (e sembra qui che i DORIA    
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  •         siano oriundi liguri come i Del Carretto, cui forse erano         
  •  
  •         legati da vincoli di parentela); i ROTULO-BATTAGLIA; i           
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  •         MACALUSO-CURCIO, i MARTORANA-RE.                                 
  •  
  •         Si diffondono, del pari, cognomi                                 
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  •         particolarmente espressivi: La Mendola; Provinzano; Marturana;   
  •  
  •         Introna; Blundo; Formusa; Pirrera; lu Brutto; lu Maligno; lu     
  •  
  •         Longo; Curto; Cacciaturi; lu Bello; Gulpi; La Matina; Lu         
  •  
  •         Chichiro; Bucculeri; La Lumia; Barberi; Bursellino; Balduni;     
  •  
  •         Bellomo; Pullicino; Gangarussa; Cavallaro; Lumbardo; Burgio;     
  •  
  •         La Cipolla; Termini; Cavarello; Jacuzzo; Favara; Tudisco;        
  •  
  •         Ristivo; Falletta; Amurella; Puma; Gagliano; Lu Conti;           
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  •         Capoblanco; Picuni; Vaccari; Lupo; Pitralia; Picuraro;           
  •  
  •         Gulisano; Malaspina; Guastella; Crixafo; Firraro; Nalbuni;       
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  •         Vigna; Cavaleri.                                              !! 
  •  
  •         L'antica origine araba sempre comprovata dalla presenza di       
  •  
  •         cognomi quali gli Alaimo, i Macaluso, i Taibi, i Martorana       
  •  
  •         etc.: ceppi importanti ma non maggioritari.                   !  
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  •         Mi sia qui permessa una divagazione molto personale: nel         
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  •         fascicolo trovo - dopo un accenno ad un appartenente alla        
  •  
  •         mia famiglia del 1554 - un secondo riscontro della presenza      
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  •         dei Taverna in quel di Racalmuto. Il 26 febbraio del 1576 i      
  •  
  •         coniugi Paola e Mariano Amella-Cimbiririllo battezzavano il      
  •  
  •         loro figliolo Rocco.                                             
  •  
  •         Veniva chiamata a far da 'commare' Francesca 'la muglieri di     
  •  
  •         Jacumu Taverna'. 'Lu compari Rugeri La Scalia'. L'Amella Š un    
  •  
  •         'mastro'. Per altro verso, abbiamo una ulteriore riprova che     
  •  
  •         la funzione della 'madrina' Š essenzialmente di natura           
  •  
  •         religiosa e non sussiste ancora l'usanza di utilizzare coniugi   
  •  
  •         o parenti per la coppia di padrino e madrina. Quanto afferma     
  •  
  •         Maria Pia Demma ( cfr. il suo 'Percorso Biografico e             
  •  
  •         Artistico' in Pietro Asaro  "il Monocolo di Racalmuto",          
  •  
  •         Racalmuto 1985. pag. 30) non risulta fondato. NŠ nel caso        
  •  
  •         della nostra antenata nŠ nella copiosa documentazione sulla      
  •  
  •         composizione delle coppie di 'compare' e 'commare' i 'padrini    
  •  
  •         erano scelti fra le coppie di sposi, diversamente da quanto      
  •  
  •         afferma la Demma. Se quindi un Pietro Asaro risulta presente a   
  •  
  •         Racalmuto 'come padrino di battesimo di una bambina', la         
  •  
  •         circostanza che vede  in quel battesimo  come madrina            
  •  
  •         una certa 'Antonia Fubella' non significa affatto che il         
  •  
  •         'd'Asaro non era ancora sposato'. La Demma, del resto, non da'   
  •  
  •         per 'probante' la circostanza. I nostri documenti comprovano     
  •  
  •         la totale irrilevanza dell'evenienza.                         !  
  •  
  •         Varie volte Š stata sottolineata la peculiarit… del ruolo        
  •  
  •         delle 'madrine' nei battesimi. Fra le pi— ricorrenti abbiamo:    
  •  
  •         Vincenza Casuccio-Doria; Vincenza di Salvo; Laura Vinciguerra;   
  •  
  •         Caterina Pitralia; Betta Capoblanco; Fiuri Camalleri; Mariella   
  •  
  •         di Giglia; Fiuri di Gasparo; Juannella di Amella; Margherita     
  •  
  •         la Guastella e Bianca Cavaleri. Sora Palona e Suor Giulia La     
  •  
  •         Licata sono suore apprezzate se vengono chamate a fare da        
  •  
  •         'madrine'.                                                    !  
  •  
  •         Il clero ministrante Š ora composto da: padre Lisi               
  •  
  •         Provenzano; don Vincenzo Averna (quello operante anche nel       
  •  
  •         1571) e solo per un paio di battesimi, alla fine di maggio del   
  •  
  •         1576, ritorno padre Gerlando di Averna.                       !  
  •  
  •         Giovan Battista Montiliuni Š sempre il notaio del paese: Š il    
  •  
  •         'padrino' di Stefanella Caterina, figlia di Antonino e           
  •  
  •         Marchisa Sauni. La madrina Š, invece, 'Maruzza muglieri di       
  •  
  •         Lixandro La Barbera'.                                         !! 
  •  
  •         Si accrescono le maestranze locali. I nomi nuovi sono: m.o       
  •  
  •         Paolo Bucculeri; m.o Francesco Balduni; m.o Rugeri La Scalia;    
  •  
  •         m.o Matte' Bucculeri; m.o Antonino Montana; m.o Paolo            
  •  
  •         Cacciaturi; m.o Gasparo Montiliuni; m.o Rugeri di Salvo; m.o     
  •  
  •         Pasquale di Lungu; m.o Giacomo Bursellino; m.o Angilo            
  •  
  •         Favarisi; m.o Antonino Alletto e m.o Paolo La Cipolla.        !  
  •  
  •         Una curiosita': il primo gennaio 1576 vengono battezzati due      
  •  
  •         gemelli Francesco e Giuseppe, figli di Michele Salvagio: la      
  •  
  •         coppia dei padrini Š costituita da Gerlando Marturana e da       
  •  
  •         Giuliano Lo Sardo; la madrina Š Caterina Pitralia.            !! 
  •  
  •         RACALMUTO NEL 1584                                            !!!!
  •  
  •         Gli atti battesimali a nostra disposizione per questa prima      
  •  
  •         ricerca ci portano, con un salto di otto anni, al 1584. Il       
  •  
  •         relativo fascicolo appare manomesso varie volte (prima nel       
  •  
  •         settecento e poi in questo secolo). Le registrazioni             
  •  
  •         riguardano il periodo 30 dicembre 1583-25 ottobre 1584, ma per   
  •  
  •         disordine iniziale e successiva manomissione non risultano in    
  •  
  •         regolare successione. Nel primo foglio sono annotati battesimi   
  •  
  •         relativi ai giorni 21, 24, 25 e 27 'Januarii'. L'indicazione     
  •  
  •         dell'anno 1584 in testa ed a margine sinistro del foglio Š del   
  •  
  •         'Settecento ma Š attendibile.  Giunti al 26 settembre 1584 (la   
  •  
  •         precisazione che trattasi della XIII indizione Š autentica e     
  •  
  •         corretta essendo in uso la periodizzazione 'bizantina') vi Š     
  •  
  •         un salto al 30 dicembre (1583, precisa il notista del            
  •  
  •         Settecento). Gli atti proseguono quindi regolarmente per il      
  •  
  •         periodo 30 dicembre 1583-20 gennaio 1584 per riprendere le       
  •  
  •         interrotte trascrizioni relative al settembre 1584. Il           
  •  
  •         fascicolo Š cucito con tale interpolazione e tutto lascia        
  •  
  •         pensare che la confusione sia avvenuta nella ricognizione del    
  •  
  •         diciottesimo secolo. Fu in questo secolo che si ebbe in          
  •  
  •         Agrigento la visita apostolica del De Ciocchis che impose il     
  •  
  •         rispetto delle direttive romane in materia di tenuta degli       
  •  
  •         archivi ecclesiastici (sul De Ciocchis cfr. Paolo Collura -      
  •  
  •         Le piu' antiche carte dell'Archivio Capitolare di Agrigento -    
  •  
  •         Palermo 1961, pag. X). Scrive il Collura: '...per trovare il     
  •  
  •         primo dettagliato, se non completo, inventario del Tabulario     
  •  
  •         agrigentino bisogna aspettare il 1741-1742, anno della visita    
  •  
  •         del diligentissimo mons. Angelo De Ciocchis: egli prescrisse     
  •  
  •         l'applicazione delle sagge norme dettate da Benedetto XIII       
  •  
  •         nella bolla MAXIMA VIGILANTIA del 1727'. La prescrizione valse   
  •  
  •         evidentemente anche per l'archivio parrocchiale di Racalmuto.    
  •  
  •         La bolla, comunque, ebbe in luogo i suoi effetti gi… prima,      
  •  
  •         come dimostra l'annotazione dell'arciprete  Algozini fatta nel   
  •  
  •         1731 sul registro dei battesimi del 1571 che abbiamo avuto       
  •  
  •         modo di segnalare.                                            !! 
  •  
  •         Ricostruito l'ordine cronologico di quegli atti battesimali,     
  •  
  •         abbiamo conferma della crescita demografica di Racalmuto. Dal    
  •  
  •         30 dicembre 1583 al 25 ottobre 1584 si hanno 194 battesimi,      
  •  
  •         con un quoziente di natalit… in ragione di anno calcolabile      
  •  
  •         sul 54 per mille (inferiore a quello del 1576, ma pur sempre     
  •  
  •         elevato).                                                     !! 
  •  
  •         Ora, per•, sono i maschi ad avere il sopravvento sulle femmine   
  •  
  •         (108 contro 86). I battesimi si concentrano in gennaio (27),     
  •  
  •         febbraio (27), maggio (17), settembre (29) e ottobre (21); si    
  •  
  •         diradano a marzo (14), aprile (12), giugno (13), luglio (15) e   
  •  
  •         agosto (16). Natalit… invernale ed esodo estivo nelle campagne   
  •  
  •         possono spiegare il fenomeno.                                 !  
  •  
  •         Segnaliamo la nuova composizione delle maestranze tra le quali   
  •  
  •         ora figurano: m.o Paolino di Conti; m.o Giseppi di Pino; m.o     
  •  
  •         Antoniuzzu Travali; m.o Paolo d'Amico; m.o Luciano La Manta;     
  •  
  •         m.o Pietro di Naduri; m.o Nardo di Noto; m.o Baldassaro           
  •  
  •         Baruni; m.o Paolo Docturi; m.o Currao Buxema; m.o Julio          
  •  
  •         Castella; m.o Leonardo Carniglia; m.o Cesaru Buxemi; m.o         
  •  
  •         Josephi Infantino; m.o Angilo Madona; m.o Vincenzo Todaro; m.o   
  •  
  •         Masi Bonsignore; m.o Francesco Bavemi; m.o Giseppi la Vigna;     
  •  
  •         m.o Antonio Bosa; m.o Rodolfo Teraso; m.o Vincenzo Barba; m.o    
  •  
  •         Paolo Roxi, oltre a taluni                                       
  •  
  •         'mastri' operanti gi… nei precedenti anni.                    !! 
  •  
  •         Ma sono i notabili che divengono piu'  numerosi e rispettati.    
  •  
  •         Alla spagnola, alcuni di loro vengono ossequiati con un          
  •  
  •         altisonante titolo di 'Magnifico': 'magnifico' Š Giseppe di       
  •  
  •         Poma; Josephi La Lumia; Jacobo di Poma; Martino Rizzo.        !! 
  •  
  •         La diffusione dello spagnolismo pure nella redazione di atti     
  •  
  •         parrochiali emerge dall'uso di titoli quali 'don', 'magister',   
  •  
  •         'dominus'. Negli atti del 1584 ci incontriamo con i seguenti     
  •  
  •         uomini di rispetto: 'dominus' Antonino Ciccarano; 'monsignor'    
  •  
  •         Raneri Fanara; 'magister' Narciso Giandardone; 'don' Agustino    
  •  
  •         Galione; 'monsignor' Gasparo Bona; 'monsignor marchese'          
  •  
  •         Jandodoni; 'missere' Joachin Martino Spagnolo; 'donna Di Lio     
  •  
  •         Catirnella'.  Sono titoli onorifici che sembrano tributati a     
  •  
  •         'forestieri' eccellenti: quei cognomi erano e sono inconsueti    
  •  
  •         a Racalmuto.                                                  !  
  •  
  •         In pieno stile spagnolesco questo atto di battesimo del 23       
  •  
  •         maggio 1584: ' Die 23 di majo - Francesco figlio di lu           
  •  
  •         magnifico Josepi e la magnifica Margaritella La Lumia fu         
  •  
  •         batizato per me don Paolino Paladino. Lu cumpari fui lu          
  •  
  •         magnifico Balsamo (punto corroso); la commari fui la magnifica   
  •  
  •         ... la Galioto'. E' presente nella vita cittadina il notaio      
  •  
  •         Giseppi Curto.                                                !  
  •  
  •         La documentazione del 1584 ci fornisce molti elementi sul        
  •  
  •         clero locale. Sappiamo per certo che a partire per lo meno       
  •  
  •         dall' 11 settembre 1584 arciprete di Racalmuto Š don Michele     
  •  
  •         ROMANO. Cappellani sono di certo: don Monserrato di Agro'; don   
  •  
  •         Francesco Nicastro; don Joseppi d'Averna; don Paolino            
  •  
  •         Paladino; don Lisi Provinzano. Fra i padrini di battesimo        
  •  
  •         troviamo: don Jo Macaluso e il 'diacono' Leonardo Spalletta      
  •  
  •         (che dal febbraio 1584 viene indicato come 'presbiter'). Si      
  •  
  •         desume che, mancando ancora il Seminario, gli aspiranti al        
  •  
  •         sacerdozio si formassero presso la locale chiesa madre: in       
  •  
  •         loco ricevessero gli ordini minori e quindi la consacrazione     
  •  
  •         sacerdotale. Nel frattempo operavano perfettamente inseriti      
  •  
  •         nel contesto sociale del centro urbano, tanto da venire          
  •  
  •         chiamati, ad esempio, quali 'padrini' nei battesimi e,           
  •  
  •         vedremo dopo, anche quali 'testi' nei matrimoni.              !! 
  •  
  •         Il crescente inserimento delle monache nel tessuto sociale lo    
  •  
  •         desumiamo dal diffondersi del costume di chiamarle a 'madrine'   
  •  
  •         nei battesimi. Gli atti ci testimoniano delle seguenti           
  •  
  •         'commari' suore: soro Gianna Randazzo; soro Lauria di            
  •  
  •         Murriali e soro Michelina la Corta.                           !! 
  •  
  •         Il 24 settembre 1584 Lisabetta La Nobili battezza il suo         
  •  
  •         figlioletto Francesco avuto da una relazione illegittima:        
  •  
  •         Padre Francesco Nicastro esplicitamente annota che 'lo patri Š   
  •  
  •         incognito'. Di spicco sono i padrini: 'lo compari fui mastro     
  •  
  •         Cesaro Buxemi et la commari fui Vincenza la Casuccia'. Tra i     
  •  
  •         cognomi ora invalsi quelli pi— significativi ci appaiono:        
  •  
  •         Ragusa; Xangula; Vircico; Fuca'; Cianciana; Modica;  Naduri;     
  •  
  •         lu Grecu; Di Falco; di Capitano; Balgiso; Bordonaro; di          
  •  
  •         Vutera; Turrimuzza; Castagliuni; Caltanissetta e la Saragura. !! 
  •  
  •         Un atto di battesimo ha attirato la nostra attenzione e lo       
  •  
  •         riportiamo per intero in omaggio a Leonardo Sciascia. 'Die 5     
  •  
  •         settembris XIII Indictionis 1584: Marta figlia di Filipo e       
  •  
  •         Marucza di XAXA (id est: Sciascia) fuj batizata per me don       
  •  
  •         Paulino Paladino. Lu conpari fuj  Gilormo lu Conti (il conte     
  •  
  •         Girolamo del Carretto?); la comari fuj Francesca mj (muglierj)   
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  •         di Bernardo Bocoleri':                                        !!!!

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