lunedì 4 dicembre 2017

giovedì 9 luglio 2015
ENRICO DEL DEBBIO - SANTA lUCIA DI FIAMIGNANO - Palazzo Lugini
DEL DEBBIO ARCHITETTO. LA MISURA DELLA MODERNITA’ Roma, Galleria nazionale d’arte moderna, 7 dicembre 2006 - 4 febbraio 2007
Chissà se Enrico del Debbio avrebbe apprezzato, per questa sua mostra, l’ambientazione in uno spazio progettato da Cesare Bazzani, per il quale lavorò come “giovane di studio” fra il 1917 e il 1924, molto imparando quanto al mestiere e poco condividendo quanto agli orientamenti. La prima ala bazzaniana della Galleria nazionale d’arte moderna, nel cuore della quale è stata appunto allestita questa antologica, era allora già compiuta, mentre, quando l’architetto più anziano pose mano alla seconda, Del Debbio era già un collega che lo tallonava dal cantiere adiacente della Facoltà (allora Scuola superiore) di architettura a Valle Giulia. Comunque, il museo che gli dedica questo omaggio - aderendo volentieri alla richiesta della Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanea, alla quale appartiene il suo archivio - Del Debbio lo conosceva bene e soprattutto, come ricorda in questo catalogo la figlia Gigliola, conosceva direttamente molti artisti rappresentati nelle sue collezioni. Segretario, dal 1921, dell’Associazione artistica internazionale, di cui sarebbe divenuto presidente fra il 1928 e il 1932; consigliere dal 1926 della Società amatori e cultori e, sempre da quell’anno, della Commissione straordinaria del sindacato laziale di belle arti dal 1926 al 1928, di cui fu poi segretario regionale fino al 1932; infine membro del comitato organizzativo della I Quadriennale inaugurata nel 1931, Del Debbio concorse a orientare la politica espositiva romana di quegli anni. E’ per ricordare i rapporti, anche di amicizia, nati da questi incarichi ufficiali, che la Galleria ha voluto far precedere la mostra vera e propria - curata da Maria Luisa Neri, Gigliola Del Debbio, Erilde Terenzoni e Sandra Vittorini - da un prologo nel quale Mariastella Margozzi ha selezionato dalle nostre collezioni le opere dei pittori e degli scultori che gli furono più vicini: soprattutto Attilio Selva, Ferruccio Ferrazzi e Orazio Amato. Nell’allestimento progettato da Federico Lardera infine si è cercato di rendere l’atmosfera dell’architettura di Del Debbio, rievocandola con tocco leggero, per suggestione. Il confronto con un interno di Bazzani, in effetti, Del Debbio lo aveva sperimentato nel 1921, quando espose, alla prima Biennale romana, nel Palazzo delle Esposizioni interamente rinnovato, per l’occasione, da quello che era allora il suo datore di lavoro. Ma il giovane architetto aveva voluto ritagliarsi uno spazio allestito secondo la sua personale cifra stilistica e, senza alcuna pretesa ricostruttiva, ma con quello stesso spirito di indipendenza nel rapporto, abbiamo voluto presentarlo oggi nei saloni centrali della Galleria.
Maria Vittoria Marini Clarelli Soprintendente alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
L’idea di una Mostra antologica su Enrico Del Debbio è nata anni fa, quando nel novembre del 2002 la figlia Gigliola ha ceduto alla DARC - Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee, per le collezioni del MAXXI architettura, l’intero archivio; un fondo ricco e organico, che copre l’arco cronologico dal 1910 al 1973 e raccoglie oltre 20.000 pezzi, tra disegni, schizzi, dipinti, documenti e fotografie.Allora fu un preciso impegno della DARC quello di inventariare e mettere presto a disposizione di studiosi e ricercatori il complesso corpus documentale e comunicarne i contenuti, rendendolo fruibile attraverso pubblicazioni, inventari, guide e la banca dati on line.Questa volontà di diffondere e far conoscere l’architettura e gli architetti significativi del Novecento e l’impegno del Centro archivi di architettura del MAXXI, che da allora ha riordinato, riprodotto, inventariato, sotto la direzione scientifica di Erilde Terenzoni, i materiali grafici, i documenti e le straordinarie fotografie di cantiere e d’epoca, hanno reso possibile l’operazione di comunicazione, che oggi vede realizzati l’apertura al pubblico dell’archivio Del Debbio, la pubblicazione dell’inventario completo, la Mostra antologica presso la Galleria nazionale d’arte moderna e il relativo Catalogo.La mostra, curata da Gigliola Del Debbio, Maria Luisa Neri, Erilde Terenzoni e Alessandra Vittorini, presenta una selezione di materiali provenienti dall’archivio del MAXXI e da alcune collezioni private. Le testimonianze preziose e, in buona parte, inedite illustrano la presenza lunga e sempre attiva di Del Debbio sulla scena culturale della Roma del primo Novecento fino agli anni Settanta, i suoi grandi progetti tra cui il Foro Mussolini ora Foro Italico, per il quale è stato appositamente realizzato un grande modello e gli interventi per la Facoltà di architettura a Valle Giulia.Inoltre con la collaborazione della Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici per il Lazio e della Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio di Roma si getta uno sguardo all’attualità, alle questioni complesse e impegnative della conservazione e della conoscenza delle opere di del Debbio oggi.Questo Catalogo è aperto da un ampio studio monografico di Maria Luisa Neri, un’ampia sezione, curata da Margherita Guccione, segue il filo che lega memoria e tutela attraverso lo studio dei documenti dell’archivio, la sezione affidata a Alessandra Vittorini dà conto del complesso lavoro di mediazione necessario per rendere leggibili e godibili i materiali documentari in mostra; Gigliola Del Debbio cura il racconto del continuo rapporto che intercorse tra l’architetto e il mondo artistico non solo romano, e chiude il volume un’intensa testimonianza di Franco Berarducci.La Mostra, le pubblicazioni scientifiche e l’apertura al pubblico dell’intero archivio costituiscono un momento molto significativo nelle strategie di diffusione e promozione dell’architettura contemporanea che costituiscono una parte centrale della missione della DARC.
Pio Baldi Direttore generale per l’architettura e l’arte contemporanee
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